"Se non dici sempre di sì, sei fuori". La vita precaria del Rider.
Oggi la Cisl di Treviso ha organizzato un open day, fornendo informazioni ma raccogliendo anche tante storie ed esperienze di lavoro non tutelato e sottopagato.
TREVISO - E’ il lavoro più precario che più precario non c'é. Il meno tutelato. Il più sottopagato. E’ il mestiere del rider. Del contratto manco l’ombra. Come neanche del datore di lavoro, se per questo. Dieci euro l’ora e via andare, che la piattaforma non scherza mica: tutto grazie all’algoritmo, più consegni, più lavori e più sei dentro. Protestare non conviene, rivendicare tanto meno. Provare per essere… “sloggati”. E tanti saluti.
Oggi la Fit (Federazione italiana trasporti) della Cisl di Belluno-Treviso ha invitato i riders a un open day, per sapere se il compenso percepito è adeguato e per capire cosa fare se sul lavoro capita un infortunio o insorge un problema. All’appuntamento si sono fatti vivi in tanti, telefonicamente soprattutto. Tutti per confermare la “precarietà” in termini economici e di sicurezza. Angelo Barrovecchio è il reggente della Fit Cisl territoriale: “Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzione sui problemi di una categoria di lavoratori che mai come in questo periodo pandemico è sottoposta ha stress ed è mal pagata”.
L’invito è di trovare il coraggio di rivolgersi al sindacato. Perché coraggio ne serve, aggiunge Barrovecchio: “Ci arrivano segnalazioni di utilizzo a "chiamata" e se non dici sempre si sei fatto fuori dell'algoritmo che ti governa!” Gli stipendi oscillano invece tra i 450 agli 850 euro netti. “Un lavoro che ha diritto al rispetto del Ccnl e della dignità. Lavoratori che rischiano ogni giorno coi ritmi sempre più serrati e carichi sempre più pesanti, tra le strade cittadine anche nelle peggiori situazioni climatiche”.