ALLEVATORI AL BRENNERO PER DIFENDERE IL MADE IN ITALY
Per proteggere la qualità, un’auto civetta seguirà i camion negli stabilimenti trevigiani che ricevono cibo straniero
| Laura Tuveri |
TREVISO – La notte scorsa allevatori trevigiani di Coldiretti in viaggio verso il Brennero, capeggiati dal presidente associativo. Motivo della trasferta dire basta alle “schifezze” che entrano nella Marca.
“Latte francese con destinazione Latina dove potrebbe trasformarsi in mozzarelle made in Italy, altro latte fresco tedesco con destinazione Varese, fiori olandesi diretti a Napoli, dei prosciutti olandesi con destinazione Modena. Ecco il responso dall’apertura dei camion in entrata in Italia dal vallico del Brennero.
Ecco quello che vogliamo denunciare per il bene dei consumatori e della nostra agricoltura che subisce il furto della sua identità e il furto del suo valore”. Fulvio Brunetta, presidente di Coldiretti Treviso, (nella foto) è preoccupato perché prodotti venduti come fossero italiani non vengono fatti con materie prime di casa nostra.
La scorsa notte Brunetta ha raggiunto la frontiera con l’Austria con un altro centinaio di imprenditori agricoli trevigiani e soci Coldiretti. “E’ la nostra operazione verità per dimostrare che il pericolo per il made in Italy è costante e soprattutto per pretendere la legge sulla etichettatura obbligatoria in modo che il consumatore abbia sotto i suoi occhi la provenienza del cibo” continua il presidente Brunetta.
Il turno della presenza di Coldiretti di Treviso, dalle 7 alle 14 di oggi, martedì 6 luglio, è coinciso con l’arrivo al Brennero del presidente nazionale di Coldiretti, Sergio Marini e del Ministro alle politiche agricole Giancarlo Galan. “Sappiamo che la posta in gioco è alta perché le multinazionali con l’etichettatura obbligatoria hanno tutto da perderci – sostiene con vigore il presidente di Coldiretti di Treviso.
Il nostro progetto però va avanti nella direzione di accorciare la filiera e renderla tutta italiana con la firma sul cibo dei nostri produttori. Non molti sanno ad esempio che il formaggio può viaggiare senza etichetta. Ne abbiamo trovato proveniente dall’Olanda con scritte in italiano. Il consumatore lo acquista pensando di mangiare cibo di casa nostra. Questa storia deve finire”.
La novità di oggi sono le auto civetta che hanno seguito i camion dal Brennero fino alle loro destinazioni per dar vita ad un vero Giro d’Italia del made in Italy. A Treviso un’altra auto è pronta per scortare i camion negli stabilimenti trevigiani che ricevono cibo straniero.