Intavolando, l'esordio a Farra di Soligo

Protagonisti nove ristoratori trevigiani che "rigenerano" la cucina veneta di tradizione

| Gianandrea Rorato |

Gianandrea Rorato | commenti |

FARRA DI SOLIGO - La Locanda "La Candola" a Farra di Soligo giovedì 17 marzo è stata il palcoscenico del primo atto del nuovo corso di "Intavolando", il gruppo di ristoratori fondato nel 1996 che oggi si rigenera nella composizione e nella geografia, per dare più valore alla cultura, alla storia e alle tradizioni culinarie e viticole del territorio che dalle Prealpi trevigiane e le colline del Prosecco Superiore DOCG, inserite nel patrimonio dell'Umanità Unesco, scende fino alle terre del fiume Piave.

In questa varietà di paesaggi si muove l'Associazione "Intavolando", presieduta da Tiziano Poloni e composta da nove locali, che entro il 2022 dovrebbero diventare dieci con l'obiettivo di arrivare a dodici nel 2023. Attualmente ne fanno parte: La Cucina di Crema (Giavera del Montello); Osteria da Jodo (Maser); Ristorante Hotel Da Tullio (Arfanta di Tarzo); Locanda La Candola (Farra di Soligo); Ristorante e B&B Andretta (Rolle di Cison di Valmarino); Locanda da Condo (Col San Martino); Da Ugo (Bigolino di Valdobbiadene); Alla Pergola da Livio (Saccol di Valdobbiadene); Il Traghetto (Roncadelle di Ormelle). Cucine e chef con personalità ben distinte, tutte di lunga tradizione, specializzate in piatti di terra e di mare che promuovono prodotti tipici stagionali agroalimentari della Marca Trevigiana e del Veneto, ben presentate da Maurizio Potocnik, critico enogastronomico ed editore veneto, coadiuvato dalla giornalista Cristiana Sparvoli. Per applaudire il debutto di "Intavolando" anno 2022 sono saliti sul Colle di San Gallo (il cui omonimo antico eremo sovrasta la locanda che si affaccia sul Quartier del Piave) molti giornalisti enogastronomici, travel blogger, viticoltori, esperti di marketing territoriale e figure istituzionali, tra cui Federico Caner assessore al turismo, agricoltura e Fondi UE della Regione Veneto, Giuliano Vantaggi site manager dell'Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Unesco e Michele Genovese, direttore del Gal Alta Marca e del Distretto del Cibo della Marca Trevigiana.

"Abbiano una regione davvero straordinaria. Sta a noi cercare di valorizzarla, non solo esaltando le nostre destinazioni ma creando nuovi prodotti turistici, utilizzando anche i fondi europei, e mettendo insieme una rete d'imprese del mondo ricettivo, della ristorazione e di altri settori. Il futuro del turismo, quindi, è legato anche al prodotto tipico. Collegare tutto questo all'esperienza culinaria sul territorio è il passo decisivo che dobbiamo fare e comunicarlo al meglio", ha sottolineato l'assessore Federico Caner, nel salutare il nuovo progetto dei ristoratori trevigiani. I riflettori si sono accesi sull'eccellente abbinamento tra piatti, vini e prodotti autoctoni. La sequenza della serata è stata aperta dall'aperitivo servito "en plei air", nella terrazza panoramica della "Candola", con lo speck sapientemente affumicato al legno di ginepro da Livio De Stefani, chef patron della Pergola Da Livio di Saccol, abbinato al Valdobbiadene Superiore Docg Mas de Fer- Rive di Soligo Andreola.

Prosecco ricavato dalle uve di un vigneto "eroico" (per l'ardita pendenza), che si trova proprio a pochi metri dalla locanda, nel Colle San Gallo. Sempre di Andreola, ma il 26° Primo - Rive di Col San Martino, il Valdobbiadene Superiore Docg Extra Brut che ha esaltato il primo piatto dei padroni di casa: tagliatelle di seppia, julienne di zucchine al vapore, pistacchio tostato e olio extravergine d'oliva al basilico. Preparazione che sostanzia la vocazione della Locanda la Candola, riaperta nel 2020 dal ristoratore veneziano Alberto Cristanti e dedita esclusivamente alla cucina di pesce. Edoardo Agostinetto del Ristorante Da Ugo ha proposto l'insalatina d'anguilla, radicchio rosso tardivo di Treviso, mela, noci e ristretto di soia e agrumi, abbinato ad una vera "chicca" enologica: la Sampagna sui lieviti - Igt delle Venezie da Marzemina bianca, coltivata dal conte Manlio della Frattina nei 60 ettari della sua tenuta agricola a Frattina, frazione di Pravisdomini (Pordenone). La Sampagna ha accompagnato anche le saporite lumache al tegamino preparate da Roberto Pilat del ristorante Belvedere Da Tullio. Mentre il cremoso radicio e fasoi con radicio verdon, fagioli di Lamon e olio di Rolle, con cui la cuoca Anna del Ristorante "Andretta" ha deliziato i commensali, ha visto scorrere nei calici la Recantina Montello e Colli Asolani Doc Serafini & Vidotto. Anche questo è un vino "raro", prodotto dal vitigno autoctono a bacca nera coltivato nel Trevigiano fin dall’antichità. Il vitigno, che ha corso il rischio d'estinzione, è stato recuperato grazie a un lungo lavoro di ricerca. Livio De Stefani della "Pergola da Livio" è tornato in sala con il suo annuncio di primavera: tortelli di radicee (tenere erbette di campo) con ragù bianco e fonduta all'Imbriago all'uva fragola, abbinato alla Recantina Serafini & Vidotto. Dalle alture del Montello poi si è scesi lungo il corso del fiume Piave, per giungere alle sassose grave di Roncadelle che incorniciano il Ristorante "Il Traghetto", da dove ha avuto inizio l'avventura ristorativa dello chef - imprenditore Tino Vettorello, conosciuto a livello internazionale anche come lo chef delle star del cinema. Quale simbolo delle sue terre fluviali,Tino ha proposto Riso & Malanotte, il morbido Carnaroli "dipinto" di rosso con il Raboso Piave Malanotte Docg Casa Roma, storica azienda agricola di San Polo di Piave della famiglia Peruzzetto. La denominazione controllata e garantita prende il nome dal borgo medioevale "Malanotte" a Tezze di Piave, per distinguere una delle espressioni più note del Raboso, autoctono per eccellenza delle terre del Piave. Il rosso di Casa Roma è stato sposato anche al tenerissimo filetto di coniglio ripieno alle erbette fini di primavera dello chef Marco Bonotto, patron dell'Osteria Jodo sulla scena da 24 anni nell’areale asolano vicino alla storica palladiana Villa Barbaro di Maser. A chiudere il sipario sul primo atto di "Intavolando" sono stati il pre dessert firmato da Enrico Canel della secolare Locanda Da Condo a Col San Martino, una delle zone più suggestive del Prosecco Superiore, un coloratissimo aspic di frutti di bosco al Superiore di Cartizze, e lo scorcio di sottobosco con cui Valter Crema della Cucina di Crema di Giavera del Montello ha descritto il suo composito dessert al cucchiaio: crumble di cioccolato e nocciole, gelato al panettone, spugna al pino mugo, aria di uva fragola e frutti rossi. Per il brindisi del gran finale è stato selezionato il Refrontolo Passito Toffoli Colli di Conegliano Docg, vino della tradizione derivato da uva Marzemino. Dopo il debutto "quasi" primaverile nelle colline del Soligo, i magnifici nove di "Intavolando" stanno progettando la prossima cena di gala a 18 mani, con 18 vini e 18 prodotti che si svolgerà alle porte dell'estate nel parco della "Cucina di Crema" a Giavera del Montello. Ma c'è di più, oltre agli eventi speciali. L'associazione promuove un percorso che premia i clienti che completano il tour tra i locali associati. L'invito è di provare tutte le nove cucine e di apporre un timbro nell'apposito coupon (individuale) che viene distribuito da ogni ristorante. Il timbro verrà rilasciato a fronte di una consumazione minima di tre portate a persona, tra antipasto, primo, secondo e dolce. Il cliente che avrà riempito tutte le caselle del coupon potrà quindi scegliere in quale locale assaporare il menu degustazione, predisposto da ogni cuoco e offerto gratuitamente per gratificare i gourmet più affezionati.

 



Gianandrea Rorato

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