Interrogazioni alla Commissione Europea e ai Ministri per la Transizione Ecologica e delle Infrastrutture sull'ipotesi casse di espansione a Ciano
Il Comitato per la tutela delle Grave di Ciano ha ottenuto risposte incoraggianti
CROCETTA DEL MONTELLO - Il Comitato per la tutela delle Grave di Ciano ha presentato due nuove interrogazioni. La prima, in collaborazione con la Eurodeputata Sabrina Pignedoli, alla Commissione Europea, la quale ha già risposto in questi termini (citazione testuale):
1 - La Direttiva Quadro sulle Acque impone agli Stati membri di garantire il buono stato di tutti i corpi idrici e di evitarne il deterioramento;
2 – la costruzione di casse di espansione che determinino un restringimento dell’alveo e incidano su un sito Rete Natura 2000 è contraria alle Direttive Europee (Direttiva Quadro e Direttiva Habitat) e va ad influire sul buono stato del corpo idrico del fiume Piave. Solo le autorità nazionali competenti possono dare il loro consenso a tale piano o progetto e soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l'integrità del sito in causa;
3 – tali valutazioni (VAS e VIA), contrariamente a quanto vorrebbero Autorità di Distretto Alpi Orientali e Regione Veneto, vanno effettuate preventivamente, e a livello nazionale, non regionale;
4 - la Commissione Europea sta monitorando da vicino la conformità dei piani di gestione dei bacini idrografici e dei siti Natura 2000 italiani rispetto ai requisiti indicati dalle direttive Quadro e Habitat;
5 – contrariamente a quanto ripetutamente dichiarato da vari politici locali, tale opera, non rispettandone i requisiti, non risulta inserita nel PNRR presentato dall’Italia.
Il Comitato per la tutela delle Grave di Ciano, quindi precisa: "Dalla risposta della Commissione Europea risulta palese che se l'iter dell’opera proseguirà in questi termini, per l’inottemperanza alle Direttive Europee saremo soggetti a sanzioni comunitarie. Ovviamente queste non saranno a carico delle tasche personali degli inadempienti Amministratori Regionali, che, quindi potranno far finta di nulla come già avvenuto in altre occasioni per le quali già stiamo pagando sanzioni. Chi pagherà? Ancora una volta saranno quindi tutti i cittadini italiani a farne le spese e peraltro la Commissione europea ha dichiarato che l’Italia è già particolarmente monitorata per le sue infrazioni in materia ambientale.
Di conseguenza alla prima interrogazione ne è seguita un’altra, questa volta in collaborazione con la Senatrice On. Orietta Vanin. In questa interrogazione inviata ai Ministri della Transizione Ecologica e delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili abbiamo chiesto che si disamini il progetto della Regione Veneto relativo alle casse di espansione del fiume Piave nelle Grave di Ciano e vengano effettuate le opportune verifiche sulla conformità del progetto rispetto alle Direttive Europee e, che, di conseguenza, il progetto venga sottoposto alla Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS – nazionali e non regionali, trattandosi di un’area tutelata (ZPS e ZSC) e ricca di biodiversità. Il progetto avrebbe inoltre una nefasta ricaduta su un ampio territorio limitrofo comprendente innanzitutto il Montello, area anch’essa tutelata da Rete Natura 2000 e peraltro caratterizzata da peculiare natura carsica, e dal punto di vista paesaggistico, anche sulle circostanti colline trevigiane riconosciute Patrimonio UNESCO".