Cava Morganella: "Perché non è stato atteso l'esito delle verifiche antimafia prima di trasferire l'autorizzazione alla ICG?".
La domanda viene da un'interrogazione presentata dal consigliere dem Andrea Zanoni e sottoscritta dai colleghi di opposizione, Bigon, Lorenzoni, Ostanel e Guarda.
PONZANO / PAESE - "Con il decreto del direttore della Direzione Difesa del Suolo e della Costa (n. 356 del 7 ottobre 2022) è stato stabilito il trasferimento dell’autorizzazione già rilasciata alla ditta Biasuzzi Cave relativa al bacino estrattivo di ghiaia e sabbia 'Castagnole-Morganella', sito nei Comuni di Ponzano Veneto e Paese, a favore della ditta ICG s.r.l., con contestuale stralcio di alcuni mappali di cava marginali. Ma questo decreto è stato emanato, in mancanza della necessaria certificazione antimafia, solo due giorni dopo la richiesta di informazione alla banca dati nazionale antimafia. Il d.lgs. n. 159 del 6 settembre 2011, all'articolo 92, comma 3, autorizza invece a procedere comunque una volta decorsi 30 giorni senza comunicazioni da parte della Prefettura. Perché non è stato atteso questo termine?". La domanda viene da un'interrogazione presentata dal consigliere dem Andrea Zanoni e sottoscritta dai colleghi di opposizione, Bigon, Lorenzoni, Ostanel e Guarda.
Secondo i firmatari "il progetto generale di riqualificazione ambientale e urbanistica e approfondimento parziale del polo estrattivo 'Castagnole-Morganella' risulta violare palesemente l’articolo 44 della L.R.44/1982, laddove si prevede che nelle zone pianeggianti la profondità massima di cava non può essere superiore a un quarto della dimensione caratteristica dello scavo, definita come il rapporto tra la superficie dello scavo e il suo perimetro".
Viene inoltre evidenziato e ricostruito che "la legge 1990/2012 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione ed dell’illegalità nella pubblica amministrazione), stabilisce come l’estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti rientrano tra le attività maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa. Pertanto, ICG s.r.l., ai fini dell’autorizzazione, necessitava di valida iscrizione all'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa – la cosiddetta 'white list' - istituita presso la Prefettura di Treviso. Nel corso della propria istruttoria, la Direzione Difesa del Suolo e della Costa, verificato che la suddetta iscrizione risultava scaduta, in data 5 ottobre 2022 inoltrava richiesta di informazione alla banca dati nazionale antimafia sulla ditta ICG s.r.l.".
Di qui la richiesta di chiarimento all’Assessore regionale all'Ambiente "per conoscere le valutazioni poste a fondamento della decisione di emanare il Decreto del Direttore della Direzione Difesa del Suolo e della Costa". “Questo approfondimento di escavazione sottofalda è stato autorizzato l’ultimo dell’anno di due anni fa da un dirigente che primo non ha tenuto conto del parere contrario del direttore del settore cave, secondo lo ha fatto il giorno che ha fatto le valige in seguito ad una promozione che lo ha portato a dirigere un Ente della regione", puntualizza Zanoni. Il quale aggiunge: "Ora si scopre che un nuovo decreto autorizza il nuovo proprietario che ha la certificazione antimafia scaduta senza aspettare risposta dalle autorità competenti interpellate solo a posteriori. Quando è troppo è troppo!”.
FOTO: immagine di repertorio delle vicenda