FIDUCIA A BERLUSCONI: ESULTA IL PDL DI MARCA
Ma c’è anche chi chiede chiarezza e critica la vecchia classe dirigente attribuendole la debacle alle passate elezioni regionali
| Laura Tuveri |
TREVISO - Il coordinamento provinciale “Giovane Italia” del Pdl di Treviso si sta scatenando su Facebook per commentare quanto è accaduto due giorni fa, ovvero martedì 14, quando per soli tre voti alla Camera Berlusconi ha ottenuto la fiducia.
La figlia Gloria di Remo Sernagiotto, assessore regionale ai Servizi sociale in quota al Pdl, attacca e insulta sul social network la terza carica istituzionale, il presidente della Camera Gianfranco Fini, etichettandolo “un traditore di m…a”. L'ex coordinatore provinciale della Giovane Italia Nicola Di Maio prende posizione sulla vicenda e chiede di far chiarezza fra i militanti del partito nella Marca.
“A seguito dell’esito del voto di fiducia al governo da parte del parlamento e, soprattutto, dopo la chiara presa di posizione del Fli (il movimento fondato dai finiani per chiedere agli alleati (Pdl e Lega) che i punti principali del programma fra cui giustizia, evasione fiscale, e non a leggi ad personam, vengano attuati, ndr) che si colloca all’opposizione, è assolutamente necessario fare chiarezza all’interno dei soggetti politici anche nel nostro territorio, partendo proprio dal PdL. Non vediamo alcuno scandalo sul fatto che una persona possa scegliere di cambiare soggetto politico, ciascuno fa i conti con la propria coscienza e con l’elettorato, non siamo noi a giudicare certe scelte che possono anche essere legittime; quello che non sopportiamo, però, è l’ambiguità, soprattutto quando va ad ostacolare il nostro obiettivo principale: il rinnovamento generazionale della classe dirigente” .
Secondo Di Maio le stesse polemiche comparse oggi su facebook sarebbero il chiaro segnale di “un clima di insofferenza dettato da una non chiara compagine politica e, a prescindere da come possano essere espresse certe posizioni su uno strumento come un social network, non possiamo che sostenere le richieste di chiarezza che arrivano da esso in questo senso.” Il coordinatore lancia ai suoi un appello.
“Ciascuno dica chiaramente quale posizione ha oggi anche alla luce degli sviluppi politici nazionali e chi non si riconosce più nel PdL abbia l’onestà intellettuale di lasciare eventuali incarichi concessigli dal partito o da suoi esponenti lasciando spazio a chi non ha paura di esprimere le proprie idee ed ha lavorato molto per prepararsi ad assumersi oneri ed onori nel partito e nel paese. In questi anni – continua Di Maio – è cresciuta una nuova generazione di classe dirigente pronta e determinata, che non teme di esprimere le proprie posizioni e che ha come obiettivo principale il rinnovamento.”
Alle considerazioni di di Maio fa eco il documento, battezzato “Il prezzo della coerenza” pubblicato su Facebook da Fabio Maggio, coordinatore comunale del Pdl http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150103770745757&id=648457315. “Il documento politico che sottopongo non esige una decisione ma pone una questione la cui ineluttabilità è evidente. Molti finiani infatti sul territorio oggi conservano la tessera del Pdl e non si intende con questo documento pretendere un allontanamento unilaterale e non motivato.
Ma non si può ignorare che oggi essi non possono, a parere di chi scrive,continuare a svolgere la loro attività politica senza prima operare una scelta di chiarezza nei confronti delle centinaia di militanti trevigiani. Un contributo alla discussione la apporta anche Edoardo Piccione, responsabile comunale giovani Pdl di Treviso fino allo scorso settembre, che non risparmia critiche alla vecchia classe dirigente del partito.
"Attribuisco il cattivo risultato del Pdl alle ultime elezioni, e le sue difficoltà protrattesi nel periodo successivo, alla totale incapacità di rinnovarsi. I rappresentanti, molti candidati, e molte persone con ruoli di responsabilità, sono sempre gli stessi. Si tratta di una vecchia classe dirigente che ancora non lascia spazio ad una nuova.
Altri movimenti politici hanno ottenuto risultati molto buoni grazie invece al ricambio generazionale, alla candidatura di ragazzi di età 25-30 in consiglio regionale. Altri movimenti hanno sostenuto seriamente nuove figure politiche, le hanno promosse e valorizzate, non limitandosi a usarle per riempire i buchi nelle liste elettorali. Un esempio lampante il fatto che all'interno del direttivo provinciale siano pochissimi i componenti con meno di 30 anni di età".