Pezo al ghiaiòn dei bus
Via Rizzera e le leggi (inosservate, ma dispendiose) della fluidodinamica
VITTORIO VENETO - C’è una certezza: anche l’assessore Fasan ha letto l’Odissea. Uno degli episodi più noti del poema omerico narra di Penelope che per restar fedele al marito Ulisse vagante per il Mediterraneo senza rinunciare ad avventure fedifraghe, si mise a tessere di giorno il famoso sudario che poi la notte disfaceva. Con questo stratagemma riuscì per anni a dilazionare le nuove nozze che gli Achei reclamavano per uno di loro. Così, fieramente resistenti a suppliche ed insistenze dei residenti e del Consiglio di Quartiere di Ceneda, da oltre vent’anni ben quattro giunte leghiste ed una di centrosinistra hanno omesso di sistemare i controviali della Rizzera, primaria via d’accesso al centro città, luogo di eterogeneo transito pedonale, importante snodo studentesco.
La tecnica dilatoria ha visto spalmare a cadenze regolari due camion di ghiaino Sarone che però nel giro di qualche settimana si spariglia, nuovamente lasciando spazio a persistenti pozzanghere che conferiscono al viale sembianze acquitrinose. Tut un far e desfàr, insomma. Un moto perpetuo monotono nel ripetersi di disagi-proteste-promesse-interventi palliativi. Ma questa settima si è registrato un sorprendente inedito della serie. Appena subita, martedì in Consiglio, la imbarazzante para-sfiducia, già due giorni dopo l’ Assessore, con impennata interventista, ordinava spettacolare sbarco di ruspa & camion sulla battigia rizzeresca per saturare le impudenti pozzanghere. Ma ahimé, non è passato un dì e, causa l’ ennesimo scravàz peraltro ampiamente previsto, la Rizzera veniva riportata al suo status acquitrinoso. Ora, comunque apprezzandone la raffinata cultura omerica, vorremmo suggerire all’ Assessore un approfondimento degli studi di fluidodinamica. E’ assodato, ad esempio, che su una superficie pressoché piana e priva di cunette e caditoie, ogni nuovo apporto e livellamento di ghiaia risulta del tutto vano visto che l’acqua se non incontra una pendenza che la dreni da qualche parte, resta all’incirca dove cade. Ignorare queste dinamiche comporta un inutile dispendio di denaro pubblico e risorse umane che, sommate per vent’anni fanno già una cifra tale che sarebbe bastata per dare soluzione definitiva almeno ad una parte del viale. Con poche illusioni per il futuro visti gli sconsolanti cicli della politica locale, in attesa di assistere agli sbarchi estemporanei di nuovi camion di rossigno ghiaino, salutiamo con ossequio l’Assessore.
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