TREVISO - "Fra poco più di 13 anni la provincia di Treviso avrà bisogno di almeno 50 mila nuovi lavoratori per garantire il funzionamento del sistema produttivo privato e pubblico, dall'operaio semplice, all'impiegato dell'anagrafe comunale, al medico ospedaliero, mentre a Belluno serviranno almeno 17 mila nuovi addetti per evitare che, dappertutto, le aziende avviino pericolosi processi di delocalizzazione o che non si riescano a garantire i servizi pubblici essenziali". Lo ha affermato, sulla base delle attuali tendenze della demografia naturale, il segretario generale della Cisl Belluno Treviso, Massimiliano Paglini, secondo il quale, come conseguenza, "il tema della gestione dei flussi migratori e dell'integrazione deve essere messo ai primi posti nelle agende del Governo, delle Istituzioni regionali, provinciali e comunali". Secondo Paglini. "per quanto manchi una risposta forte del Governo e del Parlamento sulla gestione dei flussi migratori, è più che mai necessario procedere all'integrazione diffusa evitando di lasciare i sindaci a scontrarsi tra 'si hub' e 'no hub', in una prospettiva che si limita a guardare la punta dell'iceberg della gestione dei migranti senza proporre iniziative di integrazione diffusa creando percorsi di cittadinanza effettiva prima che legale come l'insegnamento della lingua italiana, l'inserimento scolastico, l'assistenza sanitaria e, soprattutto, la questione casa".

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