VITTORIO VENETO/VENEZIA - Mentre era in corso in regione nel pomeriggio di martedì il vertice tra i tecnici regionali e la Polizia Locale e Protezione Civile del comune di Vittorio Veneto in merito ai boati del Fadalto, è arrivato dalla Regione l'annuncio di una nuova riunione con amministratori e tecnici regionali e nazionali per lunedì 7 febbraio nella sede della Protezione Civile regionale.

I boati, che già da diversi mesi i residenti della frazione a nord di Vittorio Veneto sentono provenire dalla terra, saranno al centro di un nuovo confronto che metterà sul tavolo tutte le informazioni disponibili per capire le cause di questi eventi ad oggi ancora ignote.

«Siamo molto attenti a questi eventi sin dal loro primo manifestarsi circa un mese fa – hanno ricordato gli assessori regionali all’ambiente Maurizio Conte e alla protezione civile Daniele Stival – ma a tutt’oggi non vi sono certezze sulla loro origine, che taluni riconducono ad attività sismica, a fenomeni gravitativi, a eventi connessi al carsismo o altro».

Alla riunione sono stati invitati il Centro Ricerche Sismologiche dell’ Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale di Udine, l’Unità Operativa di Supporto (UOS) della struttura di Padova dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR, il Servizio valutazione del Rischio Sismico della Protezione Civile Nazionale, i presidenti delle Province di Belluno e di Treviso, i sindaci di Vittorio Veneto e di Farra d’Alpago, oltre ai responsabili delle direzioni regionali interessate (Direzione Geologia e Georisorse, Unità di progetto Protezione Civile, Direzione Difesa del Suolo) e alle Prefetture di Belluno e Treviso.

Intanto, lunedì 31 gennaio, sul sito del comune è apparsa una nota ufficiale del sindaco Gianantonio Da Re e dell'assessore alla Sicurezza Mario Rosset che confermano che la situazione nell'immediatezza non deve destare particolari preoccupazioni.

Martedì 2 febbraio alle 20,30, confermata la riunione con le associazioni di Protezione Civile e i vertici delle Istituzioni, alla quale parteciperanno anche Enel, Ferrovie dello Stato e Autostrade.

«Senza i dati che arriveranno dai sismografi - sottolinea l'Istituto Oceanografico di Trieste che ha sede  operativa anche a Udine - e finché non sarà localizzato il punto esatto che origina i boati, non è possibile muoversi o indicare altre soluzioni».