Perché il lato B guarda il nord
Curiosità storiche sul deretano della fontana protorisorgimentale
VITTORIO VENETO - Ufficialmente si ritiene, come da iscrizione sul retro della stessa, che la Fontana di Salsa sia stata costruita (erecta) nel 1823 in piena epopea risorgimentale. Ma c’è una relazione del 1821 presentata al Comune dall’impresa Pasquotti in cui la fontana è già menzionata e la si descrive come danneggiata il che ne motivò il rifacimento due anni dopo. Nel 1821 è già presente pure la statua mulìebre – conosciuta come “l’Ardita”- che si presume provenga da qualche villa signorile e quindi ancora precedente.
Quanti anni abbiano proto-fontana e statua dunque di preciso nessun lo sa; lei li porta bene anche senza esser ricorsa alla liposuzione. Quando e da chi sia stata così nominata è altra questione irrisolvibile. Possiamo solo intuire che il nome le derivi dalle generose nudità esposte sulla pubblica via. Fu poi facile, dopo quanto accaduto il 30 ottobre del 1918, affibbiarle anche il cognome: sono Ardita degli Arditi, lieta di conoscervi; ops..scusate, m’è scivolato ancora l’accappatoio.
Una particolarità strutturale, eliminata forse per risparmio idrico nel secondo dopoguerra è che essa aveva due zampilli; uno è quello attualmente attivo, l’altro era sorretto dalla mano destra; la foto del 1938 che mostriamo ritrae entrambi. Non tutti sanno invece perché l’Ardita sia collocata con questo orientamento. Si narra che il dibattito, al tempo, s’ incentrò sulla direzione verso cui rivolgere non tanto il volto ma i sodi glutei della bagnante. C’era chi riteneva la loro vista un vero privilegio e chi, al contrario, li interpretava come un dileggio: quest’ultima interpretazione prevalse.
Chiarita tale premessa, si escluse intanto l’ovest perché (i glutei) avrebbero spaziato sulle vie che scendono dalla vecchia chiesa di Salsa e dal Castello vescovile; escluso il sud perché era irriverente dar le spalle a Ceneda nel cui territorio comunale essa si trovava e che finanziava i lavori; escluso l’est perché vi scorreva l’asse viario di maggior transito, con tanto di porta daziaria, che sarebbe poi diventato viale della Concordia-della Vittoria. Non restava che esporre il tornito lato B a nord. A favore di tale orientamento pesarono i motivi che escludevano gli altri tre punti cardinali, ma il punto vincente fu che così il popottino sarebbe stato rivolto a Serravalle. E gli irriducibili Notoi de Zeneda, d’ardor di campanìl mai sazi, dopo due secoli ancor sogghignano compiaciuti per la rinnovata beffa ai Tegnosi de “Saravàl longa e strèt ogni casa l’à l so béc”.
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