LE FATE DI SARA
A 13 anni, la coneglianese Sara Zanette ha pubblicato il suo primo libro di leggende di Marca. La presentazione a Libri in Cantina di Susegana
SUSEGANA – C’era anche Sara a Libri in Cantina, la Fiera della media e piccola editoria che lo scorso sabato e domenica ha visto animarsi di lettori curiosi (e attenti) le sale del suggestivo castello di Susegana.
Sara Zanette, 13 anni, era la più giovane autrice. Caschetto di capelli biondi, occhi verdi, riservatezza d’altri tempi, Sara – nella biblioteca del castello – ha firmato e parlato (sottovoce, ma limpidamente) del suo libro di leggende “Aires, Sarah e altre fate”, Keltia edizioni. Lo ha fatto di fronte a una platea di compagni di classe, nonni, amici e lettori discreti. Lettori che hanno preso per mano Sara, ma anche le sue fate e le “sue” leggende, ambientate tra San Fior, Fregona, Conegliano.
Dopo essersi messa in evidenza come “scrittrice in bocciolo” in un concorso scolastico, Sara Zanette è stata sollecitata dall’editore Keltia a ideare e scrivere un volume che raccogliesse le leggende dell’Alta Marca. Sara ha cercato e trovato la sua fonte (il nonno) e ha messo mano alla penna. “Perché – ammette Sara – prima di affidarmi alla tastiera di un computer preferisco sia la mia grafia a dare forma e significato alle mie parole, alle mie narrazioni e alla mia fantasia.“
Già: c’era una volta la penna…E, secondo Sara, c’era una volta anche un mondo e un modo magico a cui affidare soluzioni a problemi che il tempo ripropone. Oltre le stagioni della vita e di ogni ragionevole epilogo. Le fiabe narrate da Sara Zanette infatti – oltre le coordinate riconoscibili territorialmente - sono tutte ambientate nel paese del C’era una volta. Il C’era una volta, per Sara, non è un indizio temporale o un pretesto narrativo, è una coordinata d’invenzione sulla latitudine della fantasia. Percorrendo, con la bella formula dell’ellissi o della sintesi epigrammatica, vicende fatte di fate, ma anche di prìncipi, incantesimi e magie, la giovanissima autrice personalizza (nell’alveo della tradizione) la fiaba classica. Un genere letterario che ha avuto i suoi prodromi presso i Greci e i Latini, ma che come genere letterario autonomo esiste in Europa da “soli” 300 anni. Dopo il “Pentamerone” di Giovambattista Basile (una raccolta di 50 fiabe, uscite nel 1636, che ebbero un grande successo soprattutto in Francia), tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, fu proprio la Francia a codificare la fiaba come un genere letterario in grado di ricreare un mondo lontano dalla noiosa realtà quotidiana.
E le fiabe di Sara sono in grado di replicare l’esperienza. Di ricreare. Di creare un mondo lontano. Un mondo fatto di C’era una volta. E il bello di queste storie (e la bravura di questa giovane autrice) è che questo mondo narrato ha poco, pochissimo di improvvisato. Le fiabe di Sara non trasfigurano il processo/percorso inevitabile dal c’era al c’è. Le fiabe di Sara lasciano sospesi tra le nuvole (dell’immaginazione e dell’immaginario infantile), tra il sogno, il dormiveglia e l’incanto. Non è tanto?
Emanuela Da Ros
Sara Zanette