PADRE DENUNCIA: "IL PRESIDE HA PICCHIATO MIO FIGLIO"
Sul caso è stato aperto un procedimento penale per lesioni personali
Castelfranco. Gravissime accuse quelle rivolte al preside di una scuola media della Castellana: avrebbe malmenato un ragazzino di tredici anni, affetto da autismo.
I fatti risalgono all'ottobre dello scorso anno: il dirigente scolasticoavrebbe afferrato per i capelli, spintonato e preso a pugni lo studente nel corridoio della scuola. Avvisati dai compagni del ragazzo, i genitori hanno denunciato il preside ma, vedendo che dopo mesi non sono ancora stati presi provvedimenti, hanno deciso di rendere pubblica la cosa. «La sensazione è che vogliano insabbiare tutto – dichiara il padre del ragazzo - Subito dopo i fatti sia dal Provveditorato agli Studi di Treviso, sia dall’Ufficio Scolastico Regionale avevano detto che la situazione era grave, che si sarebbero presi provvedimenti. Ma il preside resta al suo posto e credo che alla fine andrà in pensione e tutto verrà dimenticato. Ora non ce l’ho tanto con il preside, ma con chi non sta prendendo nessun provvedimento».
«Mio figlio essendo affetto da autismo – spiega il genitore – ha dei comportamenti che non sono normali. È iperattivo, può capitare che urli. Quella mattina si è imbattuto nel preside, in corridoio. Il preside l’ha preso per i capelli, l’ha spinto contro a dei bidoni della spazzatura e ha incominciato a colpirlo con dei pugni alla testa e alle spalle. Della cosa sono testimoni bidelli e studenti. Una bidella è intervenuta per fermarlo. Mi è stato riferito che ha detto: “Tiriamolo via che sennò lo ammazza”».
Molto diversa la versione del preside, che nega di aver picchiato lo scolaro: «L'ho solo bloccato tenendolo per le braccia perché aveva una crisi. E non potevo farlo semplicemente a voce». «Il ragazzo si trovava in classe - spiega il dirigente scolastico - e ha dato un pugno al volto alla sua insegnante di sostegno». A dimostrarlo una dichiarazione firmata dall’insegnate e il referto medico rilasciato quel giorno dal pronto soccorso: la donna aveva riportato una ferita sopra l’occhio. «Il ragazzino è poi uscito dalla classe urlando, seguito dalla maestra in lacrime - prosegue il preside - Mi sono avvicinato, l’ho afferrato per le braccia e l’ho trattenuto. Non ho fatto altro. Non l'ho picchiato». Una volta fermato, il ragazzo era stato affidato ad una bidella ed era stata convocata la psicologa che lo segue abitualmente. Dopo poco si era calmato, ed aveva ripreso le lezioni in classe.
«Può essere che agitandosi abbia colpito la maestra - replica il padre - Ma di sicuro non si trattava di un pugno sferrato volutamente».
Subito dopo l'accaduto, 22 genitori hanno firmato una lettera indirizzata al Provveditorato per chiedere che venissero presi provvedimenti, ma non hanno avuto risposta. E' scattata quindi la denuncia. «La denuncia contro il preside è stata depositata il 29 di ottobre – spiega l’avvocato Luciano Gazzola - Ora c’è un procedimento penale aperto per lesioni personali. Abbiamo ricevuto comunicazione dall’ufficio scolastico regionale dell’apertura delle indagini per la visita ispettiva il 25 ottobre. Il 20 marzo una comunicazione che le indagini sono finite». E non è stata adottata alcuna misura disciplinare nei confronti del preside.
«Io avevo saputo in via informale che le indagini erano già finite a novembre – afferma il papà del ragazzo - Sono sei mesi che stiamo impazzendo con telefonate per sapere che cosa accadrà. Ma nulla, continuano a negarsi. Nella comunicazione giuntaci a marzo, solo dopo che avevamo minacciato di rivolgerci alla stampa, praticamente dicono che stanno valutando il da farsi. La sensazione è che vogliano insabbiare tutto».
Alla denuncia l'accusato ribatte con una diffida: «Quanto affermano i genitori non è vero - sostiene - Ho chiesto di poterli incontrare per un chiarimento, anche tramite il mio avvocato, ma non ne hanno voluto sapere. Tra l’altro hanno diffuso in una riunione scolastica una lettera in cui davano la loro versione dei fatti. L’ho trovata una cosa scorretta».
(Foto home page: il padre della vittima di spalle. Qui sopra: l'avvocato Luciano Gazzola, legale dei genitori del ragazzo -
Foto OggiTreviso)