TREVISO SCIPPA LA MOSTRA A LONDRA
Cà dei Carraresi si aggiudica i capolavori di Canaletto dei più grandi musei del mondo. De Poli: "Un evento artistico che oscurerà gli altri"
In foto da sinistra: Dino De Poli presidente fondazione Cassamarca e Andrea Brunello Presidente Artematica
Canaletto abita qui. Dal 23 ottobre al 5 aprile 2008, Ca’ dei Carraresi darà alloggio a 80 capolavori di Vedutisti veneti (e non) provenienti da 40 dei maggiori musei del mondo: l’Ermitage, il Prado, il Kunsthistorisches museum di Vienna, il Louvre di Parigi, il Puskin di Mosca…
La mostra, che avrà come soggetto Venezia, ovvero la città del Vedutismo per antonomasia, ha i “numeri”, le caratteristiche e i titoli per entrare nella “casta” delle esposizioni che hanno fatto la “storia dell’arte offerta al pubblico”.
“Mai prima d’ora – ha sottolineato Andrea Brunello di Artematica (la società che firmerà la mostra) – tante istituzioni hanno contribuito a dar vita a una mostra che promette davvero di essere un capolavoro: per le opere presenti, che non sono solo di Canaletto ma anche di altri strordinari maestri del ‘700 veneto, come Bellotto o Guardi), per il comitato scientifico che la curerà (che vede riuniti i 21 più grandi studiosi viventi del Vedutismo) e per l’eco mediatica di cui la mostra godtà (la rassegna, una settimana prima dell’apertura, verrà presentata a Milano presso il Gruppo Rcs e, tramite il Ministero degli Esteri e le Ambasciate di tutti il mondo, avrà una visibilità internazionale). Andrea Brunello è convinto inosmma che “niente potrà offuscare questa mostra” e che semmai avverrà il contrario. Londra, per esempio, aveva in programma un’esposizione su Canaletto che è sparita dal palinsensto: i capolavori del vedutista veneziano erano infatti già stati prenotati da Treviso.
Alla conferenza di presentazione della rassegna , un augurio a Canaletto e… agli altri è venuto da Dino De Poli, presidente di Fondazione Cassamarca, che ha messo la sede di Cà dei Carraresi a disposizione di una mostra che costerà circa 6 milioni di euro, ma che godrà di un contributo regionale (già promesso da Galan) e del patrocinio della provincia di Treviso.
Degne di attenzione le iniziative organizzate a latere della mostra: laboratori per scolari e teeen-agers, icnontri formativi con i docenti e concorsi creativi, riservati alle scuole dei diversi gradi. Dino De Poli, che dopo la mostra sulla Cina sta pensando a una mostra sull’India, ha ribadito che la vetrina su Canaletto sarà un avvenimento prestigioso. E che “Treviso sta diventando una vice-Venezia”, grazie a Fondazione Cassamarca “che – attraverso la sua sensbilità artistica – ha stimolato e rilanciato mostre importanti in Veneto e in Italia. Facendo uscire la pnisla dal letargo culturale che la caratterizzava.”
All’obiezione se la città di Treviso sia stata, in qualche modo, riconoscente verso la Fondazione, De Poli - in vernacolo - ha detto: “Mi cosa che pensa la città no so. Mi ghe verzo porte e finestre. Treviso, fino a un decennio fa, era una piccola realtà chiusa in se stessa. Ora le cose sono cambiate: ven portà qua un’università, frequentata da 4 mila giovani. Se questo è servito a svegliare la città? Sì, par forza, qualcosa se ha mosso. Quando che te semini, qualcosa nase. Anche se qua sen davanti a un percorso carsico…”
Emanuela Da Ros