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08 novembre 2024

Conegliano

Sciopero "forconi": a Conegliano qualche attivista

Pochi (e infreddoliti) all'uscita dell A27, per un timido "inizio della fine"

| Andrea De Polo |

| Andrea De Polo |

Sciopero

Il presidio di Conegliano

CONEGLIANO-  Si aspettavano qualcosa in più anche loro. «Ieri sera eravamo in 80, qualcuno ha dormito qui - raccontano - ma poi oggi bisogna andare a lavorare». Come “inizio della fine”, è un po’ timido: sono una trentina, qualcuno in più arriva durante la mattinata, altri se ne tornano a casa. Nessun blocco, nessuna protesta eclatante, solo un volantino distribuito a chi entra ed esce dal casello di Conegliano. Fanno un po’ di coda, ogni tanto qualche tir si ferma per un paio di minuti, ma bastano i clacson di chi gli sta dietro per farlo ripartire.

Regia della Life, nessuna testa calda al presidio, tanti pensionati e qualche disoccupato. Quanto resisteranno? «Io ho preparato l’albero di Natale, e anche l’uovo di Pasqua» dice Geremia Agnoletti, padrone di casa, noto per aver comprato il tank con cui i Serenissimi sbarcarono in piazza San Marco nel 1997 («lo tengo nascosto in un posto segreto»). Stessa rabbia di allora, stessa voglia di fare da soli: «Se ne vadano tutti a casa, nessuno si deve ricandidare. Non blocchiamo niente, ma restiamo qui». Nessuna bandiera di partito, qualche simpatia, al massimo, per gli indipendentisti veneti.

Al picchetto troviamo Bernardo, pensionato di Vidor: «Abbiamo fondato il comitato per gli 8 Serenissimi che scalarono il campanile di San Marco. Raccoglievamo fondi per mantenere le loro famiglie: sono finiti in carcere, c’erano anche padri di famiglia tra loro». Però avevano dirottato un traghetto: «Sì, ma avevano pagato il biglietto». Michele Fiorot, socio fondatore Life, un lavoro ce l’ha. Ma non vuole salutare i suoi figli: «Non voglio che se ne vadano all’estero. Uno di loro studia, l’altro è disoccupato: qui non ci sono possibilità. So che da soli non bastiamo, ma questa protesta divampa in tutta Italia. Bisogna far conoscere queste problematiche, intanto siamo qui».

 

A Conegliano c’è anche un’impresa edile di San Vendemiano, al completo. Un loro artigiano è sincero: «Non so di preciso cosa ci sia dietro questa protesta, non so chi l’abbia organizzata, ma ne abbiamo le scatole piene. Di questa politica, e del fatto che nessuno ci aiuti a sopravvivere». La protesta scorre, civilissima. Chi vuole prende il volantino («Ribellarsi è un dovere», «Ci hanno accompagnati alla fame», «hanno annientato il futuro di intere generazioni»), chi vuole tira dritto. Nessuna infiltrazione dell’estrema destra. I carabinieri osservano da lontano: i blocchi della Pontebbana targati Electrolux, quelli erano un’altra cosa.

 


| modificato il:

Andrea De Polo

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