Un veterinario nel paese dei cedri
Alessandro Sericola affronta il randagismo e cura la sicurezza alimentare
| Julia Gardiner |
SHAMA (LIBANO) – Capelli grigi, occhiali, sguardo gentile che si illumina di tenerezza appena si avvicina a uno dei “suoi” animali, il Tenente Colonnello Alessandro Sericola, 57 anni, ha scelto di diventare veterinario per una passione innata per i cavalli e ora, come ufficiale veterinario della Brigata Ariete, è a Shama, impegnato nell'operazione ONU UNIFIL Leonte 16, dove si occupa sia del mantenimento del benessere degli animali presenti, sia della sicurezza alimentare del personale impiegato nell'area.
“Gestisco l'ambulatorio di primo soccorso che si occupa dei cinque cani addestrati alla ricerca di esplosivo e, come indicato dal Gen. Serra, Comandante della Forza e Capo della Missione UNIFIL, affronto quotidianamente il problema del randagismo, che purtroppo rappresenta una piaga ormai presente in tutti i teatri in cui operiamo – ci spiega il Ten. Col. Sericola – per ovviare ai rischi sanitari e alle conseguenze della mordacità di questi animali, in particolare, si è deciso di curare, vaccinare, alimentare e sterilizzare sia i cani sia i gatti stabilmente presenti nelle basi, come la cagnetta Shama che, ormai completamente domestica, è la mascotte della base Millevoi”.
Ma tra i compiti del Ten. Col. Sericola, come detto, c'è il grosso impegno di garantire la sicurezza alimentare dei militari impegnati nella missione UNIFIL: “in generale ci tende a non acquistare nulla sul mercato locale, a meno che non si riescano ad avere particolari garanzie sia di sicurezza, dato che il cibo può essere contaminato anche per scopi di sabotaggio, sia igienico-sanitarie. Diventa necessario verificare, quindi, negli alimenti importati dall'Italia, il rispetto degli standard di qualità e salubrità degli alimenti, effettuando controlli microbiologici a tutela del personale impiegato”.
Così, attrezzatura alla mano, il Ten. Col. Sericola si muove tra frigoriferi, congelatori, cucine e magazzini per verificare l'assenza di agenti patogeni e coordina una squadra di 5 disinfettori che costantemente interviene nell'opera di disinfezione delle varie basi. E il lavoro svolto da lui e dai suoi predecessori pare esser premiato, se si pensa che in 7 anni di missione non si è verificato alcun episodio tale da destare preoccupazione.
“Vorrei tanto le cucine fossero come delle sale chirurgiche – chiude il Ten. Col. Sericola – e ogni giorno il mio impegno è finalizzato al raggiungimento di questo obiettivo”.