Omicidio di Vittorio Veneto: "Ho temuto di morire anche io"
L'ha detto la 39enne che ha avuto una relazione con l'uomo accusato dell'accoltellamento mortale di sabato a San Giacomo di Veglia
| Angelo Giordano |
Il luogo della tragedia e, nel riquadro, la vittima
VITTORIO VENETO - «Ho temuto di morire». L’ha detto a chiare lettere Joy, la 39enne di origini africane al centro dell’episodio che ha portato all’uccisione di Luciano Dall’Ava, il 72enne di Colle Umberto accoltellato sabato sera a San Giacomi di Veglia.
L’unico indagato è C.G., 44enne operaio di Conegliano. Secondo quanto ha raccontato a un giornale locale Joy, il 44enne l’ha incontrata quando si trovava nel pick-up del 72enne (amico che l’aiutava con i figli), l’ha costretta a scendere dall’auto e a salire sulla sua tirandola per i capelli e poi puntandole un coltellaccio.
Poi avrebbe colpito l’altro uomo, mentre la donna, terrorizzata, è scappata nella sua abitazione poco lontano.
«Sono sfuggita a un massacro. Potevo essere un’altra delle tante donne uccise dal compagno geloso. Mi sento fortunata» ha spiegato la donna.
Secondo la ricostruzione della 39enne, due figli, si tratta dell’ennesimo episodio di un “amore malato”. L’uomo era geloso in maniera morbosa e le aveva bloccato tutti i numeri degli amici. Da qui la volontà di lasciarlo: «Quella storia mi faceva più male che bene. Sabato ho visto la scena, sono riuscita a fuggire per miracolo».