Pieve di Soligo, in famiglia suonano e cantano tutti
Intervista alla famiglia Eronia
| Emanuela Da Ros |
PIEVE DI SOLIGO - Ma lo sai che a Pieve di Soligo abita la famiglia della musica? Quando l’amica Vanna Ortolan mi suggerisce una notizia so che arriva la sorpresa. E questa volta ha un suono orchestrale. La “famiglia della musica” non suona soltanto. Risuona.
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Di bellezza, gioia, ottimismo. E incontrarla (anche) per i lettori del Quindicinale dà un piacere particolare. I capostipiti sono Saverio Eronia e Elia Barile. Originari di Foggia, i coniugi Eronia arrivano a Pieve di Soligo nel 2005. Prima viaggiano e risiedono in diverse città d’Italia: a Roma (dove Saverio frequenta la scuola biblica), in Basilicata - ad Altamura e a Rionero in Vulture. Hanno cinque figli: Enzo, Marisa, Timoteo, Davide e Desia. E hanno due grandi passioni: per la musica e per l’insegnamento. Saverio Eronia, scomparso l’11 aprile del 2020, oltre che pastore evangelico ha insegnato Lettere anche al Cerletti per diversi anni. Elia Barile, che si era diplomata in canto lirico al conservatorio, è stata insegnante di educazione musicale alle scuole medie di Altamura.
I tre figli maggiori hanno presto seguito le loro orme. Enzo, il primogenito, che ora vive a Rimini è chitarrista, tastierista e doppiatore; Marisa suona il pianoforte (ed è docente di sostegno al Cerletti di Conegliano); Timoteo suona magistralmente il basso e il contrabbasso e insegna nella scuola media di Sernaglia. Davide e Desia, pur avendo la musica nel cuore, hanno seguito altre strade. “Crescere nella musica - spiega Marisa - per noi è stato naturale. La musica, ma anche la poesia, la bellezza delle lettere, ci hanno accompagnato sin da piccoli. In un’atmosfera di grande serenità e solidarietà. Mio padre Saverio era anche un poeta e ci ha lasciato in eredità una passione smisurata per una comunicazione dove il suono armonico delle parole e dei diversi strumenti parlano al cuore, all’anima. La sua voce, i suoi messaggi sono risuonati dentro la comunità evangelica che ha fondato a Solighetto, ma anche in ogni altro ambito in cui ha operato. Quello della scuola, della famiglia, degli amici”. Una lezione e un’eredità che Marisa Eronia ha trasmesso ai suoi figli. Sharon e Simone Avigliano, di 21 e 19 anni. Sharon ha studiato canto lirico e suona il pianoforte; Simone, iscritto al primo anno di medicina, suona la chitarra, la batteria e il pianoforte.
“La passione per la musica - aggiunge Marisa - è la più bella eredità che i genitori potessero lasciarci. Ed è meraviglioso vedere che anche le nuove generazioni l’abbiamo accolta. Anche il figlio del primogenito Enzo, Gionatan, suona il pianoforte e il basso. Gli altri ragazzi per ora sono piccoli (Desia è diventata mamma mentre Marisa rilasciava quest’intervista), ma speriamo trovino in questa dimensione la gioia che noi stessi abbiamo sempre avvertito”. “Anche i nonni, non solo papà Saverio e mamma Elia, suonavano - aggiunge il bravissimo musicista Timoteo Eronia -. Nella nostra famiglia se non suonavi almeno uno strumento eri sfigato! Sto scherzando, ma è vero che l’elemento musica ci ha nutrito fin da piccoli. D’altra parte sono convinto che il linguaggio musicale sia formativo e terapeutico. E‘ un mezzo di comunicazione che dovrebbe avere un posto di rilievo nelle scuole fin dai primissimi anni. E purtroppo non è così.” Non in tutti gli istituti. Perché nella scuola media di Sernaglia dove Timoteo Eronia insegna educazione musicale, questo linguaggio - insieme a quello teatrale e cinematografico - ha un ruolo importante.
“Nella scuola dove insegno dal 2014 - aggiunge Timoteo - è stata creata un’aula cinema, dove con un’adeguata strumentazione i ragazzi possono fare riprese, montaggi e scrivere essi stessi soggetti da drammatizzare, anche attraverso la versatilità dell’improvvisazione libera. E ciò che finora hanno prodotto anche in termini di cortometraggi è stato foriero di riconoscimenti e premi. Di fronte a esperienze mirabili come queste io mi sento un privilegiato. Ogni mattina mi sveglio felice al pensiero di recarmi a scuola. Oltre alla musica i genitori hanno infatti trasmesso la passione per la didattica, fatta di soddisfazioni per lo più, ma soprattutto di emozioni. In questo fondamentale è stato il messaggio di mio padre che invitava a gioire delle piccole cose, dei segni preziosi della natura, in cui si manifesta il bello.”