CASALE - Prosegue il dibattito sulla possibile realizzazione di due poli logistici tra Casale sul Sile e Roncade. Dopo l’appello della Confcommercio di aprire un tavolo di coordinamento tra le due amministrazioni per evitare altre speculazioni, oltre al tema del correlato consumo di suolo.

Su questo il coordinamento “No maxi polo” di Casale si allarga ribadendo la propria contrarietà per il possibile insediamento a Roncade: “A Casale sul Sile e a Quarto d’Altino dovremmo gioire per il dirottamento altrove dell’overdose di traffico, inquinamento, rumori, cementificazione dei suoli, morte del commercio locale? Certamente no. Perché ci sentiamo cittadini, prima che di Casale o Quarto o Roncade o Meolo o Silea, di un unico territorio a sud di Treviso, sul quale gravano rischi di natura ambientale che persone, associazioni, comitati devono affrontare dal basso e uniti”.

“Anzitutto - spiega il coordinamento - resta la delibera approvata dalla giunta di Casale sul Sile il 30 aprile scorso. Quindi se non sarà Amazon, arriverà qualche altro mostro, ma resta intatta la minaccia di un ulteriore polo logistico su 500mila metri quadri di terra attualmente coltivata, in una provincia che, stando a una recente ricerca dell’Università di Utrecht, per morti da smog si trova al quattordicesimo posto in Europa con tutto il Veneto in pole position”. “L’unica differenza tra i due progetti – a Casale e Roncade – è che questo avrà il marchio di Amazon, l’altro potrà accoglierne al più presto degli altri, dagli effetti altrettanto devastanti sull’economia locale e sulla salute degli abitanti”.

Per questi motivi il coordinamento “No maxi polo” continua nella sua raccolta firme per dire non solo “No al maxi polo”, ma “No a nessun maxi polo”. Il gruppo ha già raccolto oltre 5000 firme attraverso la petizione online.