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15 agosto 2024

Treviso

SALDI, IN POCHI COMPRANO

Per la crisi secondo alcuni, per altri per la mancanza di investimento nel centro storico così la gente compra in periferia

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

 SALDI, IN POCHI COMPRANO

TREVISO – Anche nella Marca i saldi estivi iniziati sabato 2 luglio sono partiti sottotono. Non ne sono certo stupiti i commercianti che hanno il polso della situazione e che ben conoscono gli effetti della crisi che colpisce anche i loro clienti.

L’Adico, associazione nazionale difesa dei consumatori con sede a Mestre, rileva che solo il 40% dei consumatori ha già acquistato merce in saldo. Si conferma, dunque, come da previsioni, l’avvio dei saldi estivi a Mestre e dintorni secondo un’indagine realizzata dall’Adico. L’indagine rivela negozi affollati, ma non certo presi d’assalto sabato 2 luglio soprattutto in città e domenica 3 nei centri commerciali aperti, ma solo il 40% è tornato a casa con una borsa in mano.

Un ulteriore 35% dei consumatori mestrini intervistati dichiara che aspetterà le prossime settimane per comprare, pur essendo consapevole che il rischio di non trovare più modelli e taglie desiderati cresce col passare dei giorni: l’obbiettivo degli acquirenti della seconda ora, infatti, è quello di riuscire ad acquistare con sconti ancora maggiori, almeno del 50%.

Dalla ricerca si evince, inoltre, che un quarto del campione ritiene che i saldi siano un periodo dell’anno come un altro e quindi spiega che non ha intenzione di fare acquisti particolari. Le famiglie che comprano usufruendo dei saldi estivi 2011 ha già stabilito il proprio budget: il 68% non andrà oltre i 250 euro, il 18% è disposto a spenderne più di 300 mentre un restante 14% ha un budget di meno di 100 euro.

Il 40% di chi ha già comprato, il 64% è rappresentato infatti da acquirenti di sesso femminile, e del 36% di uomini che ha messo mano al portafogli nel weekend più della metà l’ha fatto con la supervisione di fidanzata, moglie o amica (59%). Rispetto alla fascia d’età a fare acquisti subito nei primi giorni sono soprattutto le modaiole dai 30 ai 40 anni (45%), seguite dalle signore più mature (32%) e infine dalle ragazze under 30 (23%).

Chi ha una disponibilità economica maggiore infatti con i saldi cerca il capo più importante e quindi gira per i negozi subito per trovare la vera occasione – spiega il presidente dell’Adico Carlo Garofolini – mentre le ragazze, che si accontentano dei capi dei negozi in franchising a basso costo dove magliette e intimo costano, in saldo, meno di 5 euro, fanno piccoli acquisti più spalmati nel tempo”. Infine, la ricerca evidenzia la tipologia di prodotti acquistati: al primo posto c’è l’abbigliamento, scelto quasi da 1 consumatore su 3 (56%), seguito dalle calzature (23%). Al terzo posto si piazzano i vestiti per bambini (11%).

"È un altro effetto della crisi – commenta ancora il presidente dell’Adico – se una famiglia media acquista capi per i figli in saldo difficilmente lo fa per un capriccio ma perché ha rimandato acquisti necessari". Il resto della merce acquistata si divide tra intimo (5%), accessori e biancheria per la casa (3%) e altri accessori personali (2%). A Treviso i commercianti, tuttavia, sono molto preoccupati.

Lo è Mirella Tuzzato, presidente di Treviso Viva, l’associazione che riunisce i commercianti del centro storico. “La gente non compra nemmeno durante i saldi, soprattutto quelli estivi, quelli invernali vanno meglio, perché non ha obbiettivamente soldi. Hanno chiuso e stanno chiudendo molte aziende e quindi dovendo stringere la cinghia si rinuncia ad acquistare soprattutto vestiario. Vanno meglio le cose per i negozi di calzature in quanto le scarpe sono un prodotto che si usura più facilmente. Se fino a sei sette anni fa i ribassi erano del 20,30% con sporadiche punte del 40%, ora ci troviamo a vendere con un ribasso del 50% ricavandone risi carissimi margini di guadagno”.

Tuzzato fa presente la grave crisi che attanaglia i centri storici in quanto la gente preferisce indirizzarsi nei grandi outlet che si trovano in periferia, punti vendita con una notevole forza commerciale in quanto acquistano grandi stock di merce. La notte bianca battezzata “Midnight shopping” di venerdì 8 luglio secondo lei porterà la gente nei negozi?

“Secondo me assolutamente no. Fra l’altro si chiuderà a Mezzanotte. Servirà solo per portare gente in centro, nei locali, ma non certo ad acquistare merce in saldi. La pasionaria Mirella è alquanto pessimista visto che pensa che da questa crisi economica si uscirà solo fra 15-20 anni. La sua ricetta qual è? “Mettere più soldi nelle tasche della gente, aumentare gli stipendi dei lavoratori e diminuire quelli dei politici, privilegi compresi. Noi comunque non ci fermiamo e per rivalutare il centro storico stiamo giù studiando un evento per il prossimo autunno che per ora è assolutamente top secret”.

Una lettura un po’ diversa sui saldi estivi la fa Antonio Bottegal, referente del movimento dei commercianti Treviso Sos, nato per rivitalizzare il centro storico. Secondo Bottegal non è giusti che i saldi inizino ai primi di luglio. Meglio sarebbe farli partire, visto che si chiamano saldi di fine stagione, almeno a fine luglio, primi di agosto.”Quest’anno, poi, a causa delle avverse condizioni atmosferiche di giugno, la gente non si recava in centro per gli acquisti e i commercianti ne hanno pesantemente risentito”.

Bottegal, a differenza di Tuzzato, addebita lo svuotamento dei negozi del centro storico a causa del trasferimento di molti uffici in periferia, al S. Artemio e all’area Appiani, oltre al fatto che parcheggi e mezzi pubblici sono troppo cari e scoraggiano gli acquirenti a recarsi in centro, preferendo andare nei centri commerciali. Anche il Put avrebbe pesantemente influenzato, secondo l’ottico Bottegal, l’ingresso in centro storico. Sul tema della rivitalizzazione del centro storico, interviene anche il Partito democratico.

“I soldi per rivitalizzare il centro storico ci sono, ma solo per le spese faraoniche del Sant’Artemio e per gli sprechi dell’amministrazione comunale di Treviso. Se neppure i saldi riescono ad attrarre consumatori verso le attività commerciali è perché Comune e Provincia non hanno fatto nulla in questi anni per frenare l’agonia dell’interno mura e rilanciare la città di Treviso come meta della spesa e del loisir della Marca”. Lo pensa Enrico Quarello, coordinatore provinciale del Pd trevigiano.

L’argomento del rilancio del centro storico si lega strettamente anche al settore del commercio, o meglio della sua crisi entro mura, pensa l’esponente del Pd. “Le risorse le hanno trovate per edificare la reggia di Muraro al Sant’Artemio e per le tante spese inutili che fanno capo all’Ente provinciale e a Ca’ Sugana. Per investire sulla rete delle attività del centro – ha commentato Quarello - non è mai stato fatto nulla di programmatico, svuotandolo progressivamente. Servono interventi strategici, di questo passo altro che saldi di fine stagione, neppure regalare la marce servirà ad attrarre gente in città”.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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