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19 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

"Se oggi cade l’Ucraina, chi sarà il successivo?"

A Pieve di Soligo da alcune settimane è arrivata una famiglia ucraina in fuga, il papà ci ha raccontato la loro storia: "Speriamo per il meglio, ma ci prepariamo al peggio"

| Tiziana Benincà |

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| Tiziana Benincà |

reduci Ucraina

PIEVE DI SOLIGO - Ivan è scappato dall’Ucraina con la moglie e due figli di 3 e 8 anni prima dello scoppio della guerra e precisamente lo scorso 17 febbraio. “Già da gennaio c’erano movimenti e dopo la conferenza stampa di Putin che è durata 50 minuti, in cui ha raccontato tutta la storia della Russia, avevamo capito che non avrebbe mai lasciato stare l’Ucraina. Tanti hanno pensato che non sarebbe successo nulla, ma io mi sono chiesto: se succederà qualcosa e io non avrò fatto nulla per portare in salvo i miei figli, come mi sentirò? Come potrò vivere? Se dovesse succedere quando io sono in ufficio, una figlia a scuola e l’altra alla materna, come potrei fare? Così abbiamo raggiunto la Slovacchia, non distanti dal confine. Abbiamo scelto un agriturismo, perché fuori stagione i prezzi sono bassi e non sapevamo quanto avremmo dovuto rimanere lì. Già due famiglie erano passate di là due settimane prima … Molti ci hanno deriso, ma io rispondevo che al massimo si sarebbe trattato di un viaggio turistico”.

L’appartamento di Ivan è ancora intatto a Kiev, non lontano dal centro e i vicini di casa lo tengono costantemente informato sugli accadimenti. “Abbiamo visto le foto del ponte che noi abbiamo attraversato in tranquillità, ora distrutto. I miei genitori sono ancora in Ucraina, in un luogo abbastanza sicuro, ma anche portarli via sarebbe pericoloso. Noi abbiamo pensato di venire in Italia perché conosco la lingua, avendo lavorato come agente per diverse fabbriche italiane in Ucraina, ma non sappiamo quanto tempo dovremo rimanere ancora qui, quanto dovranno bastarci i risparmi. Siamo tra due mondi … guardi le foto e ti sembra di non aver mai avuto tutte quelle cose, ti sembra che sia stato solo un sogno”.

Ivan che ha scelto di raccontarsi in anonimato (NdR usando un nome di fantasia e senza diffondere la sua foto), non ha esperienza d’armi e quindi è contento di aver capito il pericolo in tempo “Se mi fossi fermato lì avrei avuto problemi per trovare da mangiare, medicine, un nascondiglio; non saremmo stati utili. Gli uomini rimasti in Ucraina non sono tutti sotto le armi, perché cercano gente esperta e dato che la guerra è iniziata diversi anni fa, molti hanno esperienza. Ora cercano figure con conoscenza in alta tecnologia, per proteggere la nazione dai missili o dagli aerei. Non si tratta di nazisti, ma di nazionalisti: i primi vogliono uccidere gli altri, i secondi invece vogliono solo proteggere il proprio Paese”.

Ivan parla di soldati russi arrivati in Ucraina con l’intento di rubare, ma la sua preoccupazione non va all’appartamento, ma alle persone care, agli amici che ancora vivono in Ucraina. “Non più del 25% dei miei vicini è rimasto lì, ma spero che i nostri militari resistano e che io possa tornare presto a casa con la mia famiglia. Speriamo per il meglio, ma ci prepariamo al peggio. Negli ultimi 15 anni avevamo i principali canali russi e in ogni telegiornale c’era sempre una notizia contro l’Ucraina o la Crimea. Quando ascoltiamo la televisione italiana sentiamo l’80% di verità e il 20% di propaganda russa, perché la Russia è un gran mercato per l’Italia. Ma se oggi cade l’Ucraina, chi sarà il successivo?”

 


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Tiziana Benincà

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