Si abbatterà sui giovani in cerca di lavoro la seconda ondata Covid
Per il sociologo Vittorio Filippi le nuove generazioni potrebbero prendere la via dell'emigrazione
TREVISO - Dal suo osservatorio di sociologo, pur sospendendo il giudizio, Vittorio Filippi si sforza invano di scorgere un barlume di luce in fondo a quel tunnel chiamato pandemia e nel quale siamo finiti dentro da otto mesi ormai. “La seconda ondata di contagio risulta peggiore della prima, perché è come andasse ad abbattersi contro un edificio più fragile e indebolito”.
La vulnerabilità è riscontrabile su due piani: la crisi dell’economica italiana ma anche veneta; la precarietà in aree sempre più ampie del mercato del lavoro. “Da una parte il nostro sistema economico e produttivo deve ancora riprendersi dal 2008; dall’altro, con la “gig economy” (piccole occupazioni temporanee) che praticamente si è andata imponendo, è cresciuta enormemente l’area dei cosiddetti riders non garantiti, che appartengono poi tutti, praticamente, alla fascia demografica più giovane”.
Una batosta ai danni di una generazione intera, alla quale oltre a mancare il lavoro – fatta eccezione per attività saltuarie – si aggiunge pure da caricare sulle spalle il fardello del debito pubblico. “Non mi stupirei se tra non molto riprendesse l’emigrazione giovanile”. I migranti economici: sembra un paradosso qui dalle nostre parti e invece forse sono i corsi e ricorsi della storia. “Ci sarà una contrazione dei consumi con cui fare i conti per poi correre ai ripari” – conclude Filippi. “La coperta per i più giovani è sempre la più corta; gli anziani del resto sono pochi e non a rischio dal punto di vista economico”.