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04 ottobre 2024

Treviso

Se la conosci non la eviti. Più i pregi che i difetti dell'Intelligenza artificiale

Marco Bentivogli, ex capo dei metalmeccanici della Cisl, ieri al liceo "A. Canova" di Treviso, ha parlato ai docenti delle sfide e delle opportunità dell'AI nel lavoro e nella scuola

| Roberto Grigoletto |

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AI

TREVISO -L’industria del futuro avrà solo due dipendenti: un uomo e un cane. L’uomo sarà lì per nutrire il cane. Il cane sarà lì per evitare che l’uomo tocchi qualcosa”. Autore della previsione lo studioso americano Warren Bennis. E l’avveramento non è neanche tanto improbabile e di là da venire dopo il debutto nella nostra civiltà dell’Intelligenza artificiale. Questa sconosciuta, per molti. Un convitato di pietra, per gli altri.

Che, in ogni caso, più di speranze suscita timori: come in ogni innovazione, prima si paventano i rischi e poi, ma molto dopo, le opportunità. Ne è persuaso Marco Bentivogli, fino a quattro anni fa segretario nazionale dei metalmeccanici della Cisl e per la durata di tre Governi di diverso colore componente della Commissione nazionale sull’Intelligenza artificiale. Era a Treviso ieri, invitato dalla dirigente scolastica del liceo “A, Canova”, prof.ssa Mariarita Ventura, per la formazione dei docenti. “Due i fattori di accelerazione del cambiamento sul fronte industriale: la velocità delle macchine e la perizia con la quale vengono processati i dati”.

E questo però impaura: quanti i sommersi e quali i salvati nel mondo del lavoro? Delle 804 professioni censite dall’Istat e in vigore, in parte spariranno (effetto sostituzione) e in parte resusciteranno a nuova vita (effetto generazione). Ma è l’effetto integrazione e supporto quello dirimente. Perché l’AI permetterà non di ripensare soltanto ma di essere di aiuto soprattutto molti mestieri, il cui fabbisogno è facilmente intuibile prevedendo per il 2050 otto milioni di italiani in età di lavoro in meno.

Gli umani però continueranno a servire “perché l’Intelligenza artificiale non è intelligente, non è cosciente, non è senziente”. Chi può dirsi persuaso della correttezza e della limpidezza nelle modalità con cui elabora i dati? Tre le sfide alle quali scuola e formatori non si possono sottrarre: educare all’Intelligenza artificiale (diffondendo conoscenze e competenze); educare con l’intelligenza artificiale; educare l’Intelligenza artificiale.

 


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Roberto Grigoletto

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