Alberto detenuto in Venezuela: la famiglia chiede risposte
Il cooperante Alberto Trentini, fermato il 15 novembre, è trattenuto senza accuse formali. La Farnesina al lavoro per il suo rilascio
VENEZIA - Alberto Trentini, 45 anni, cooperante veneziano in missione con l’ong Humanity e Inclusion, è detenuto in Venezuela dal 15 novembre. Fermato a un posto di blocco mentre si recava da Caracas a Guasdualito, è stato successivamente trasferito nella capitale. Ad oggi, nessuna imputazione formale è stata mossa nei suoi confronti, e i familiari non ricevono notizie da oltre due mesi. La madre del cooperante, Armanda, denuncia il silenzio e definisce il figlio "una pedina ostaggio del sistema". La famiglia sollecita un intervento deciso delle istituzioni italiane. Anche la Commissione interamericana dei diritti umani ha chiesto chiarimenti alle autorità venezuelane, sottolineando l’urgenza del caso.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato che l’Italia è impegnata "sin dall’arresto" per la liberazione di Trentini e di altri italo-venezuelani detenuti, precisando che le pressioni diplomatiche proseguono con discrezione. Nel frattempo, una petizione online lanciata dagli amici di Trentini per chiedere il suo rilascio ha raccolto migliaia di firme. Sullo sfondo della vicenda, si inserisce il clima di tensione politica in Venezuela, aggravato dalla recente riconferma di Nicolás Maduro alla presidenza.
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