IL SOLSTIZIO DELLE MEDAGLIE
I campioni dello sport a Treviso
TREVISO - L’estate a Treviso ha preso il via con una nottata d’anticipo. Il Panathlon per celebrare la fatidica notte del Solstizio ha proposto una parata di stelle… d’oro. Campioni di ieri e miti di oggi.
L’appuntamento dove? Ovviamente, e mai coincidenza fu più indovinata, in via delle Medaglie d’Oro, allo Sporting Bepi Zampon, a due passi dalla Ghirada.
Una notte di stelle come Igor Cassina che due mesi fa ha lasciato lo sport praticato e adesso si dedicherà per un anno ad insegnare la ginnastica ai bimbi di New York dopo averci fatto sognare per anni e averci regalato quel grande momento coinciso con la medaglia d’oro alla sbarra alle Olimpiadi di Atene nel 2004 e una valigia di medaglie d’oro, argento e bronzo a mondiali e europei. E ancora oggi vanta un record specialissimo: è l’unico atleta vivente ad aver dato il proprio nome ad un “movimento” ed averlo anche eseguito. Avrà anche smesso a far volteggi e a tenerci inchiodati con il naso all’insù, ma Igor Cassina è stato capace di regalare ai presenti una verticale a testa all’ingiù – su richiesta del suo agente e speaker della manifestazione Andrea Vidotti - eseguito con una naturalezza sbalorditiva, camminando su e giù ai bordi della piscina dello Sporting Club come fosse la cosa più normale del mondo.
Ospite d’onore anche Gabriella Paruzzi, campionessa di sci di fondo, di Udine, oro ai Giochi di Salt Lake City 2002, e 4 bronzi in altre Olimpiadi; con in più ai mondiali 3 argenti e 2 bronzi, e una coppa del mondo. Una vita da gregaria di campionesse come la Di Centa. Con molta umiltà ha affermato davanti alle quasi 150 persone che hanno partecipato alla festa promossa dal presidente Roberto Contento - fino a pochi anni fa è stato uno dei massimi dirigenti dello sport italiano e ora è presidente della Federazione del Triathlon - con il supporto del “paron” di casa Bepi Zambon e dei piatti del campione mondiale Celeste, di essere diventata oro olimpico “per caso”. Dopo una vita di fatica e sudore, condita da impegno ed entusiasmo a supporto di campionesse più brave di lei. E che l’unica medaglia che le manca …è un figlio. Ma è un traguardo a cui non rinuncia. E se potrà avere un figlio le farà fare lo sci di fondo? “Certo; sulla neve ho imparato la vita. Una scuola a cui devo tutto”.
Poi è seguito lo show di Kristian Ghedina, uno spettacolo di irresistibile simpatia. Ha raccontato il suo ieri e la realtà di oggi, con le difficoltà di trovare sponsor per finanziare la sua attività di pilota sportivo. E per mantenere fede alla sua nomea di Don Giovanni a tempo pieno ha corteggiato per l’intera serata Elena Bovina, la splendida e biondissima campionessa di tennis, sua vicina di tavola, numero 14 delle classifiche mondiali, in Italia con il suo staff tecnico italiano.
Applausi anche alla tennista trevigiana Maria Elena Camerin con una grande voglia di riscatto dopo la mezza delusione sull’erba di Wimbledon.
Un momento del tutto particolare ha contornato la passerella di Sandra Truccolo (incidente stradale a 24 anni e ora in sedia a rotelle) di Mestre, due ori e due argenti ai Paralimpici di Atlanta e Sidney con l’aggiunta di vari titoli mondiali di tiro con l’arco. E del marito Daniele Scarpa, una leggenda vivente. Il veneziano vanta un oro ed un argento ad Atlanta nel ’96 e due ori ai mondiali di Duisburg. Classe 1964 continua a fare sport e cura un fisicaccio da modello.Dall’atletica invece ha dovuto emigrare nel bob a 2 per appendersi al collo la medaglia d’oro ai Giochi di Nagano nel 19998: Antonio Tartaglia, ora trevigiano ma originario di Casalbordino, Chieti, è diventato il tecnico della nazionale sui pattini del bob. Poche parole, molta umiltà: al microfono ha confessato le emozioni degli attimi che hanno accompagnato la spinta che gli ha regalato la spinta vincente sovvertendo la classifica che vedeva il Canada in testa.
A bordo piscina si sono sfogliate pagine storiche dello sport, rivivendo momenti da campioni. All’appello sono mancato Pietro Piller Cottrer (Catterpiller; sci di fondo, oro a Torino 2006), Lorenzo Bernardi (volley, Mister Secolo), e le campionesse dell’atletica: Dorio e Simeoni. Per loro, visto il forfait, sarà riservata un’altra serata stellata. Della partita doveva esserci anche Giacomo Crosa, finalista nel salto in alto alle Olimpiadi di Città del Messico e ora responsabile dei servizi sportivi di Mediaset: un incidente al figlio l’ha tenuto bloccato a Roma. Anche per lui ci sarà una sicura parata di campioni “di riparazione”.
Sergio Zanellato