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18 dicembre 2024

Treviso

Sorpresa scrutini: studenti più preparati nell'anno della pandemia

Per la preside del "Duca", Antonia Piva, è stato un anno faticosissimo con i continui stop and go organizzativi

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Sorpresa scrutini: studenti più preparati nell'anno della pandemia

TREVISO - Lavori in corso: scrutini dei voti ancora in corso di svolgimento nelle scuole della Marca. Ultimo atto dell’ultimo anno (si spera) in pandemia. Nove mesi - possiamo dirlo - più tribolati ancora dell’anno scolastico precedente, il cui primo quadrimestre si era svolto con regolarità. Quello che si chiude invece è stato, a livello didattico e dal punto di vista “logistico”, incerto perché a singhiozzo nel procedere. Tra didattica a distanza e lezioni in presenza al cinquanta e poi al settantacinque per cento, dove è andata bene. Perché non tutte le scuole potevano disporre di aule capienti come richiesto dal protocollo anti Covid. Ora un desiderio alberga davvero in tutti: studenti, insegnanti, famiglie. E dirigenti scolastici. Questi ultimi messi costretti a fare i conti, giorno dopo giorno, con circolari ministeriali e ordinanze regionali, protocolli e densità abitativa delle aule nei rispettivi istituti. Ne abbiamo parlato con la decana dei Presidi di Treviso, la professoressa Antonia Piva, a capo del liceo “Duca degli Abruzzi”.

Come si è concluso quest’anno scolastico Preside?

Stiamo ancora scrutinando, con serietà ma al tempo stesso serenità, mettendo in valore non solo le singole competenze disciplinari, ma il percorso anche umano dello studente. In fase di scrutinio non serve il bilancino del farmacista, ma l'orientamento del pedagogista.

E come stanno andando gli scrutini?

Per ora sto vedendo anche riscontri molto positivi, frutto non di manica larga, quanto di grande impegno da parte dei nostri ragazzi, i primi a capire che una promozione senza reali apprendimenti è un clamoroso autogol per il loro futuro.

Quindi sono attesi risultati migliori rispetto agli anni scorsi?

Ci sono intere classi senza debiti, ragazzi anche con tutti dieci in pagella, classi con tutti dieci in condotta.

C’è di che essere molto soddisfatti, vista la “precarietà” di un anno scolastico vissuto in pandemia...

È davvero bello partecipare ad alcuni scrutini, si percepisce un senso di meta raggiunta, con grande dialogo e collaboratività tra adulti e ragazzi.

E i maturandi? Come si stanno preparando all’Esame che resterà nei ricordi di tutta una vita?

Le ammissioni di maturità danno il quadro di ragazzi che non hanno smesso un giorno di studiare e di progettare. I candidati hanno elaborato le loro tesine, assegnate dai docenti. Ho potuto sfogliare lavori originali e approfonditi.

Ma dell’esame di maturità, per il secondo anno, solo orale cosa pensa?

L’esame strutturato come macro colloquio su una scaletta definita dal ministero è molto più simile a un esame universitario che al colloquio un po' generico del passato.

Anche con i professori interni?

I consigli di classe, che diventano commissioni d'esame, stanno articolando con molta attenzione questa fase preparatoria, nulla è lasciato al caso, c'è desiderio di esami arricchenti.

Preside Piva, proviamo a fare un bilancio: che anno è stato quello che si sta per concludere?

Un anno faticosissimo, con i continui stop and go organizzativi, ma la risposta è stata importante, sia da parte dei docenti che da parte degli studenti.

La scuola italiana si è dimostrata reattiva?

Si riflette poco su come la scuola abbia fatto la sua parte con grande coscienza, anche per mantenere la socialità dei ragazzi e il loro benessere psicologico. Anche i ragazzi non si sono tirati indietro.

Guardiamo anche alla ripresa di settembre: che ripartenza sarà?

Restano aperti i punti fondamentali mai risolti - organici, edilizia scolastica, trasporti, reclutamento dei docenti - sui quali sarebbe importante convogliare i finanziamenti dello stato e della comunità europea. Questa visione di sistema, in cui far interagire struttura e infrastruttura, è determinante per non lasciare la scuola in balia dell'imponderabile oppure legata a soluzioni tampone non risolutive.

Si farà tesoro - sul piano didattico soprattutto ma non solo - del modo di fare scuola imposto per... cause di forza maggiore?

C’è la necessità di rinsaldare la scuola come comunità educante, ma penso che le buone pratiche legate al digitale non possono nè devono essere disperse, con una didattica mista come nelle migliori esperienze universitarie.

 


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