E sul monte Altare spunta la spiaggia rosa
Sul colle che domina la città della Vittoria ora ci sono anche le ripple marks
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO - Il monte Altare potrebbe venire chiamato “la collina di corallo”. Ed essere, tra le colline Unesco, quella che più di altre mostra la sua genesi marina. Con quelle che i sedimentologi chiamano le ripple marks, ovvero le ondulazioni che si formano sulla sabbia del fondo marino in seguito all’azione fisica delle onde, e che dopo quattro milioni di anni ci appaiono fossilizzate, insieme a tutto ciò che si trova comunemente su una spiaggia: conchiglie bivalvi e impronte di gasteropodi.
La scoperta si deve a Michele Bastanzetti che la comunica con entusiasmo all'alba di un nuovo giorno (e di un nuovo capitolo della nostra storia geologica). “La battigia pliocenica splende di rosa al mattino - avverte Bastanzetti -! Ho appena trovato un lembo di battigia dell’era terziaria con tanto di impronte gasteropodi, conchiglie bivalvi e - commovente scoperta - di increspature della risacca. Nel 70° compleanno della Croce sulla cresta svettante il Sacro Antares regala un altro dei suoi sbalorditivi gioielli".
Bastanzetti ci dà (ancora più dentro): “Il sacro Antares si dimostra ancora una volta ricco di assolute e magnetiche sorprese archeologiche, geologiche, storiche, spirituali, identitarie, botaniche. Uno scrigno di reperti dove la preistoria, in questo caso, torna alla luce in tutto il suo splendore. E per quanto mi riguarda non la scopro col fiuto o l’approccio di un geologo, ma ispirato e guidato dai Cleromanti dell’Antares”.
Prima di annunciare con enfasi epica la scoperta, Michele Bastanzetti si documenta. “Il colle è il risultato della cosiddetta Tettonica delle placche Wegener, ove la placca africana ha cominciato a invadere quella europea dal mare della Tetide: i fondali marini si sono alzati con inclinazione sempre più verticale nello schiacciamento contro la dorsale alpina. Come scrive Antonio Della LIbera “Due o tre milioni di anni fa durante il periodo pliocenico dell’era terziaria inizia l’ultima fase dell’orogeneesi alpina. Durante questo lasso di tempo relativamente breve presero il loro aspetto definitivo le colline trevigiane. Fu allora che i sedimenti che in in origine giacevano in posizione suborizzontale sul fondo del bacino marino o lungo la piana deltizia vennero spinti in alto piegati e addossati alla dorsale prealpina bellunese al massiccio del Cansiglio Cavallo che già da tempo erano emersi dal mare”.
In effetti il geologo Antonio Della Libera ribadisce che le nostre colline sono le ultime formazioni a emergere dal mare durante la fase miocenica del Terziario - parliamo di cinque milioni di anni fa - e su di esse sono dunque visibili tracce di conformazioni e vita marine risalenti a un’antichissima era geologica. “Per quanto riguarda le ripple marks - spiega Della Libera - mi è capitato di vederle sul Zoldano. Per accertarsi che esse siano presenti sul monte Altare bisognerebbe avere a disposizioni una superficie abbastanza grande per verificare che si tratti davvero di una testimonianza fossile dell’ambiente originario, che segnava il limite tra il mare e la terraferma in epoca miocenica, e che non si tratti invece di una più frequente deformazione plastica sedimentaria.”
Antonio Della Libera che sta per dare alle stampe un libro che ripercorre la storia della geologia dagli esordi all’attualità (con prospettive sul futuro dell’ambiente e della Terra), afferma che il processo orogenetico che ha portato alla formazione del paesaggio come lo conosciamo è tuttora in corso. Il Montello per esempio? Continua a sollevarsi. Lentamente, impercettibilmente, di qualche millimetro all’anno. Sotto i nostri piedi.