Sulle colline “che hanno nel Dna le scarpe sporche di terra”
Il viaggio di Giovanni Carraro tra le Colline del Prosecco diventa una guida imprescindibile. Per scoprire che ciò che abbiamo la fortuna di osservare ogni giorno cela e svela continue e meravigliose sorprese
| Emanuela Da Ros |
Non ditemi che lo sapevate già. Non ci credo. Non sapevate - io per nulla - che il paesaggio su cui insistono le nostre colline è monoclinale. Un aggettivo dal sapore geologico per definire colline formatesi “da resistenti strati di conglomerato, arenaria o calcare, le cui fasce depresse ricalcano gli strati di argille o marne”.
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Al di là della definizione geotecnica, scommetto una passeggiata che non conoscevate questa superba curiosità: il paesaggio delle colline “nella configurazione in cui lo troviamo nell’Alta Marca trevigiana è unico a livello mondiale”. Ecco, qui ci avrei messo un altezzoso punto esclamativo, ma poiché ho voluto riportare fedelmente le parole di Giovanni Carraro ho rinunciato alla pleonastica interpunzione.
“Ci sono altri esempi di paesaggio monoclinale - aggiunge Carraro - : in Iran e negli Usa, ma sono privi della componente scenografica data dalla vegetazione delle nostre colline”. E‘ solo il punto di partenza. Per “rileggere” le colline Unesco (e il “paesaggio a mosaico”) sotto il profilo geologico, vegetativo, faunistico, storico, religioso, folkloristico, enogastronomico…ma soprattutto per percorrerle da vicino seguendo i 40 itinerari a piedi, lungo 405 chilometri di sentieri individuati e descritti da Giovanni Carraro. La guida Alla scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, De Bastiani editore, con Cartografia Tabacco, anche grazie alle tracce GPS è un invito prezioso a passeggiare in quella “storia secolare del nostro territorio - il virgolettato è di Luca Zaia - che ha nel suo Dna scarpe sporche di terra, mani nere di lavoro sui vitigni e nei campi, viticoltura eroica con vigne arrampicate lungo i pendii, passione e sudore”.
Giovanni Carraro come nasce questo ambizioso progetto?
Era il 9 ottobre 2020 quando ricevevo da Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Conegliano e Valdobbiadene, l’incarico per un progetto di sentieristica nel territorio decretato Unesco nel 2019. Una richiesta atta a valorizzare l’area che richiedeva l’identificazione di 39 itinerari a piedi distribuiti nei 29 comuni del Core Zone, della Buffer Zone e della Commitment Zone. Percorsi ad anello, in qualche caso in linea, su zone collinari, aree montane, passaggi di pianura ed altre tipicamente urbane. Una sfida stimolante ed impegnativa che ho accettato favorevolmente fin da subito, forte delle mie precedenti esperienze escursionistiche e divulgative sulla dorsale Prealpina.
Una bella sfida…
Mi sono messo subito al lavoro e, visti gli impegni nella mia attività professionale durante la settimana, ho lavorato per questo progetto dedicando ininterrottamente tutti i weekend tra ottobre 2020 e giugno 2021, con qualsiasi condizione di meteo, pioggia, neve o sole. Non è stato banale trovare il primo approccio con una mole di 29 enti pubblici, tuttavia, rotto il ghiaccio, ho riscontrato una disponibilità notevole. Il sindaco incaricava gli assessori e i tecnici a studiare insieme a me il percorso, spesso partecipando di prima persona nelle escursioni che venivano programmate di sabato verso mezzogiorno. Ho sempre percepito grande entusiasmo. Si preparava a tavolino l’itinerario e parallelamente chiedevo le informazioni per redigere gli approfondimenti storico-culturali.
Quali argomenti hai approfondito?
Temi legati alla Grande Guerra visto che molti sentieri toccano trincee, gallerie, postazioni di comando, musei e cimiteri di guerra. Temi legati alla geologia, distinguendo le origini tettoniche della Core Zone Unesco da quelle di tipo glaciale che chiudono a sud il territorio verso la pianura. Temi legati alla storia medievale grazie alle due famose abbazie di Vidor e Follina, castelli e fortilizi gestiti da grandi famiglie come i Da Vidor, i Da Camino, i Collalto, chiese di grande interesse, come ad esempio la Pieve di San Pietro di Feletto. Luoghi dove soggiornò Papa Giovanni XXIII a cui è dedicato un sentiero, ma anche il caso di Albino Luciani, futuro Papa Giovanni Paolo I, che alzò la voce contro lo scisma di Montaner, luoghi del cuore come la chiesa di San Vigilio, il Molinetto della Croda o le Grotte del Caglieron e incantevoli borghi, come Collagù o Borgo Malanotte. Insomma, un patrimonio immenso che è servito ad arricchire anche il mio bagaglio culturale.
Nella guida, dando consigli pratici sull’utilizzo del manuale, sul vestiario, sulla scelta del sentiero adatto alle diverse condizioni fisiche, a un certo punto scrivi che la tecnologia ci salva la vita. Quanto è stata importante nella stesura del testo?
Il fulcro di tutto il lavoro, sono i sentieri, che saranno consultabili anche dal sito internet ufficiale delle Colline Unesco, così offriamo al turista nazionale e internazionale ogni possibilità di accesso, anche la più tecnologica grazie anche al download delle tracce GPS e al QR Code per la georeferenziazione del punto di avvicinamento. Nel lungo lavoro ho scattato tantissime foto, circa ottomila, tra cui alcune con il drone che piloto da qualche anno con attestato ufficiale Enac. Ho potuto contare sulla collaborazione di ben 130 persone tra referenti degli enti pubblici, storici, geologi, alpini, volontari, botanici, faunisti, archeologi e tanti tantissimi appassionati di montagna. Ma il lavoro non finisce qui…ora è necessario tabellare i percorsi, mi auguro che le 29 amministrazioni insieme all’Associazione delle Colline Unesco possano avviare un concreto programma di installazione. Senza cartelli ci si perde!
Ci racconti la genesi del Cammino delle Colline del Prosecco?
Tutto è nato da una nuova telefonata del dicembre 2021 da parte della presidente Marina Montedoro e di Mauro Giovanni Viti direttore turismo della Regione Veneto. Mi chiesero se si potesse concatenare una parte dei 39 itinerari per costruire un cammino che interessasse l’intera Core Zone dell’area Unesco dove scorrono le caratteristiche colline a corde che i geologi chiamano hogback, le stesse che hanno convinto la commissione dell’Unesco a decretarle Patrimonio dell’Umanità nel 2019. Ci ho pensato non più di un paio d’ore, il cammino era pronto! A piedi in quattro tappe da Vidor a Vittorio Veneto. Quattro giorni staccando la spina.
In poche parole come definiresti il cammino del Prosecco?
Si potrebbe dire che è in grado di offrire, in scala ridotta, ciò che si incontra in un tipico cammino religioso, dove lo sforzo fisico va in perfetto sincronismo con il proprio ritmo interiore. Un piccolo viaggio che si sviluppa sul filo di cresta delle colline apprezzando costantemente un panorama incomparabile e attraversa, oltre alle località di partenza e arrivo, anche Colbertaldo, le alture meridionali di Valdobbiadene, Col San Martino, le Vedette di Farra di Soligo, Premaor di Miane, i Tre Ponti di Follina, l’area di Cison con Zuel di Qua e di Là, Arfanta, Tarzo, Nogarolo, Serravalle, unendo porzioni di alcuni dei singoli 39 itinerari. Nei 51 km del cammino, l’escursionista passeggerà tra le infinite bellezze dell’area prealpina trevigiana: dai ripidi pendii, alle dolci passeggiate tra i campi, dalle vallate ricche di acqua alle affilate creste delle dorsali. E numerosissimi spunti di cultura, che scaturiscono da secoli di storia in un territorio ricchissimo di borghi, castelli, abbazie, chiese e tanta tradizione popolare. Molti siti visitati ci riportano con la memoria alla Grande Guerra. Basta zoomare con Google Maps per comprendere come il percorso sia stato pensato per visitare l’intero blocco geologico caratterizzato dall’hogback delle colline sub-prealpine che si concatenano l’una con l’altra nella Core Zone.
Difficoltà di percorrenza del Cammino delle colline del prosecco?
Presenta una difficoltà tecnica mediamente bassa ma pur sempre di tipo escursionistico, con un’altimetria di ben 2.265 m di dislivello positivo. Alcuni tratti sono più impegnativi, come la parte finale del Monte Comun e del Monte Baldo classificata EE, e per questo è stata già prevista una Variante Nord facoltativa che aggira tale segmento passando per un percorso più semplice attraverso Fratta, Colmaggiore e la parte meridionale di Revine, offrendo così soluzioni adatte a tutti gli escursionisti.
La guida è il tuo settimo lavoro editoriale. Punti forti rispetto agli altri volumi?
Alla Scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene è accompagnato da due cartine Tabacco del territorio raccontato (settore ovest ed est). Si riassume in 39 itinerari più il Cammino del Prosecco per un totale di 40 itinerari, 405 KM di percorsi pari a 69 tracce GPS (40 sentieri base più 29 varianti), 41 box culturali, 83 punti di interesse panoramico. Questo lavoro per me rappresenta l’apice di tutto il mio percorso escursionistico e culturale partito negli anni Novanta.