Tassa di soggiorno, albergatori contrari
Polemiche sull’introduzione dell’imposta da parte del Comune
| Matteo Ceron |
CASTELFRANCO - Anche l’Associazione Provinciale degli Albergatori e l’Ascom Castelfranco scendono in campo a sostegno del gruppo albergatori di Castelfranco Veneto contro l’introduzione della Tassa di Soggiorno.
Nei giorni scorsi è circolata la voce di una possibile introduzione di un’imposta di soggiorno da parte del Comune di Castelfranco Veneto, imposta che andrebbe a gravare sui turisti e clienti business delle imprese alberghiere ed extralberghiere che decidono di soggiornare in città. Si ricorda che tale tassa è stata introdotta nel 2011 dal governo centrale su pressione dell’Anci per soddisfare la richiesta specifica di alcune realtà italiane (principalmente le grandi città d’arte come Venezia, Firenze e Roma e alcune località turistiche) in cui la pressione turistica è di rilevante impatto rispetto alla popolazione residente.
«Situazione che è sensibilmente differente dalla situazione specifica del caso di Castelfranco, comune in cui la richiesta turistica, seppur in lenta crescita, è del tutto marginale e notevolmente trascurabile nei numeri – afferma tramite un comunicato il presidente dell’Associazione Provinciale Albergatori, Federico Capraro - Si ricorda in proposito che la clientela che usufruisce dei servizi di pernottamento in città è in larga misura ancora legata a clientela d’affari e clienti delle aziende che operano in zona.
A fronte di queste premesse, l’associazione di categoria e il gruppo albergatori provinciale esprime con forza la propria contrarietà all’applicazione di una simile tassa, perdipiu’ in un momento di crisi acuta come quello attuale, che andrebbe a creare senza ombra di dubbio notevoli problemi all’intero indotto turistico/commerciale.
E’ stato infatti provato dalle esperienze messe in atto da altre amministrazioni ed anche in altri paesi europei che tale imposta diventa una vera forma di “disincentivo” alla visita per i clienti turistici ed una sicura fonte di contestazione e scontro da parte dalla clientela che si muove per motivi di lavoro. Ed è quantomeno sorprendente e contraddittorio che da una parte si cerchi di guardare al futuro cercando di potenziare e migliorare la promozione turistica per attirare visitatori e dall’altra si vanifichi il tutto applicando un nuovo balzello a carico di chi faticosamente si riesce a portare in città».
Gli albergatori, oltre che nel contenuto, contestano anche nel metodo l’ipotesi di una tassa del genere. Il fatto di proporla in modo totalmente scoordinato con gli altri comuni andrebbe a creare, a detta dell’associazione, delle vere situazioni di squilibrio nel mercato.
«Una tassa applicata a macchia di leopardo sicuramente crea confusione e disorientamento nella clientela e di fatto costringerebbe le attività alberghiere cittadine a competere ad armi “impari” con i colleghi all’interno della stessa provincia in un contesto ad altissima concorrenza come quello attuale – prosegue la nota di Capraro - Da ultimo si ricorda come una sicura conseguente riduzione di clientela per gli alberghi vada ad incidere sull’intero comparto del commercio cittadino. I clienti degli hotel infatti pernottano negli alberghi della città, ma poi vanno a mangiare nei ristoranti, fanno shopping nei negozi del centro, si siedono ai tavolini dei bar o prendono un gelato nelle gelaterie… è un intero comparto economico che viene penalizzato.
In base a tutte queste osservazioni, ai rischi sopra espressi per una località come Castelfranco che sta faticosamente cercando di farsi conoscere ed apprezzare e sicuri del buon senso di chi la amministra ed ha a cuore il futuro della città, ci si augura in un profondo ripensamento in materia, confidando invece che prosegua con forza quel processo di valorizzazione finora intrapreso».