"A Treviso 100 buchi neri, palazzi e capannoni vuoti"
Il censimento di Coalizione Civica per Treviso. Conte: "Analisi della città che abbiamo ereditato, stiamo lavorando su diversi progetti"
| Isabella Loschi |
TREVISO - L’ex banca d’Italia, palazzo Scotti, villa Margherita, ma anche edifici residenziali e capannoni commerciali. Sono ben 120 i “buchi neri” sia pubblici che privati, presenti a Treviso, tra centro e quartieri. Interi palazzi all’interno delle mura della città o capannoni in periferia, degradati, abbandonati e vuoti, spesso da diversi anni.
A fare il censimento è Coalizione Civica per Treviso che dal 2012 ha seguito il fenomeno, dei complessi immobiliari, dei singoli edifici, delle aree commerciali e artigianali abbandonati, inutilizzati, in stato di degrado. Stesso discorso per le case vuote: “A Treviso sarebbero quasi 5mila”, sottolinea Coalizione Civica.
“All’incremento dell’offerta di alloggi, infatti, non è corrisposto un proporzionale incremento della popolazione cittadina che solo negli ultimissimi anni ha registrato un aumento significativo”.
“La nostra indagine sui buchi neri - spiega Luigi Calesso - ci ha permesso di verificare che nel corso di questi otto anni 29 edifici o complessi immobiliari sono stati recuperati. Di questi l’ex-Actt, ex-Filt, l’ex-caserma Piave e le ex-scuole Cantù sono stati recuperati con fondi di associazioni e gruppi privati, non con l’utilizzo di risorse pubbliche”.
“La maggiore “vittima” del processo di ristrutturazione è stato il settore dei servizi pubblici che ha visto la chiusura di centri civici, sale pubbliche, strutture ricreative, oltre all’accentramento all’ex-Appiani di uffici che in precedenza erano distribuiti nel centro storico, contribuendo alla vitalità delle aree in cui erano insediati. Pur essendo classificati tra i servizi privati, va registrata anche la riduzione del numero dei cinema che, ugualmente, contribuiscono alla vita cittadina”.
Secondo Coalizione Civica per fermare questo abbandono di immobili è necessario che l’amministrazione favorisca i recuperi delle strutture già esistenti rispetto alle nuove edificazioni, promuova il recupero di aree dismesse a fini culturali e sociali e limiti le nuove edificazioni residenziali.
In merito alla questione è intervenuto il sindaco Mario Conte: “Ringrazio il leader dell’opposizione per aver fatto questa analisi impietosa della città che abbiamo eredito - risponde Conte - Siamo da due anni alla guida della città, calcolando quattro mesi di emergenza sanitaria per Covid, è chiaro che in un anno e mezzo un’amministrazione non può risolvere i problemi storici della città".
"Oggi noi stiamo lavorando molto per andare a risolvere problemi che vengono trascinati da anni. Tra questi ricordo la cittadella sanitaria in arrivo, la riqualificazione dell’ex caserma Salsa, la riqualificazione dell’area ex Cuor e la seconda parte di riqualificazione del museo Bailo. Tanti i progetti per buchi neri che abbiamo ereditato”.