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24 novembre 2024

Castelfranco

In un mese chiusi ben due negozi in piazza a Vedelago

A lamentare la situazione è la consigliere comunale Fiorenza Morao

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Vedelago

VEDELAGO – Un po’ ovunque i piccoli esercizi commerciali soffrono in parte per la contingenza economica, in parte perché la concorrenza con la grande distribuzione è difficile da contrastare. Ma c’è anche la difficoltà di passare il testimone alle giovani generazioni così spesso chi va in pensione abbassa le serrande perché i figli scelgono strade professionali diverse. Quale che sia la ragione nel giro di poche settimane la pizza di Vedelago ha registrato un triste bilancio con la chiusura di “Ricky frutta e verdura” (dopo solo tre anni dall’apertura) e la “Macelleria da Dino”.

A dolersene la consigliera comunale Fiorenza Morao che giustamente sottolinea la rilevanza anche sociale di queste presenze sul territorio: “In un mese la piazza Giovanni Paolo a Vedelago ha perso due importanti negozi. Che dispiacere, che desolazione! Ora se ti mancano due pomodori o due fettine di pollo devi per forza recarti in un supermercato che per me è sempre un luogo anonimo, mentre nel negozio di paese due parole e un suggerimento di cucina era facile scambiarselo”.

Morao ha affidato ai social il suo rammarico e in tanti hanno commentato concordando con la consigliera comunale. “Lentamente ed inesorabilmente il paese si spegne... Un paese "spento" porta aridità sociale e relazionale, dove abbondano i "nonluoghi", dove siamo nessuno in una terra franca – e ancora -. Purtroppo, sta succedendo dappertutto, i costi per le attività sono insostenibili e la concorrenza spietata. In un momento storico in cui le famiglie si stanno visibilmente impoverendo, ci si rivolge ai grandi centri commerciali in cui la qualità è discutibile e lo sfruttamento dei fornitori violento. La via c’è ed è andare verso la qualità al massimo, per distinguersi e creare una relazione vera con i clienti”.

C’è poi chi biasima l’online come se sedano e cotolette fossero abitualmente comprati sul web, ma si sa di questi tempi i luoghi comuni si sprecano. Quale che sia la ragione per cui i due esercenti hanno abbandonato la loro attività Morao ha indiscutibilmente centrato il punto della questione: un paese senza servizi diventa un dormitorio dove la socialità si spegne. C’è da auspicare che qualche giovane faccia la medesima riflessione e magari spinto anche dal desiderio di portare nuova linfa nel suo paese, valuti la possibilità di intraprendere un’attività commerciale in barba alle possibili difficoltà.



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