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27 novembre 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Valdobbiadene, antenna telefonica a San Giovanni, Bertelle: “Troppo vicina al centro urbano”

Il sindaco Fregonese: “Nulla è stato ancora deciso”

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

San Giovanni striscione

VALDOBBIADENE – Il nuovo impianto di telecomunicazioni che dovrebbe essere posizionato dalla società Inwit a San Giovanni, frazione di Valdobbiadene, finisce sotto la lente dell’opposizione di Valdobbiadene Autentica. Nel corso del consiglio comunale di lunedì 30 settembre la capogruppo Martina Bertelle ha illustrato un’interrogazione sul tema evidenziando dubbi sulla scelta del cortile adiacente l’ex scuola della frazione per la posa della nuova infrastruttura, già contestata da una parte della cittadinanza che aveva issato uno striscione nelle scorse settimane (in foto). Il sindaco Luciano Fregonese intanto replica: «A oggi siamo in attesa che Inwit riferisca quali tra le aree proposte siano tecnicamente adeguate per la corretta copertura della frazione di San Giovanni. Per tale motivo ad agosto, ma anche a settembre e oggi a ottobre, l’amministrazione dichiara che “il sito è ancora in fase di valutazione”», parole che non rassicurano Bertelle.

 

L’opposizione di Valdobbiadene Autentica

 

«Il sito individuato si trova nel cortile di pertinenza di un edifico storico comunale che un tempo ospitava la scuola elementare della frazione e che oggi è sede della banda cittadina “Sergio Dal Fabbro”, su di un terreno indicato come territorio neutro nel piano antenne comunale – afferma l’ex assessore ora consigliere di opposizione -. Le aree idonee per l’installazione, infatti, erano state localizzate dal piano impianti radioelettrici in prossimità del magazzino comunale di via Cal Filigal e dell’area parcheggio di via Tassi. Stiamo parlando di un’opera che la ditta Inwit intende realizzare installando un palo flangiato metallico con altezza pari 30 metri, dotato di pennone sommitale di 4 metri a supporto di tre antenne Vodafone e di tre di futura installazione, oltre a due parabole e da moduli RHH che verranno installati da Vodafone sul fusto del palo. Un maxi traliccio che stride con la conformazione dell’abitato della piccola frazione e che non trova consenso tra la popolazione. Riteniamo che questa tipologia di infrastrutture abbia un impatto paesaggistico in contrasto con la natura di questo territorio, e che pertanto debbano essere preferite posizioni defilate, lontane dai centri abitati e da strade ad alta percorrenza»

 

Da qui, lunedì, la richiesta in aula al sindaco «per quale motivo sia stata individuata l’area di pertinenza delle ex scuole di San Giovanni, nelle immediate vicinanze del centro urbano, senza aver preferito aree industriali più idonee, come quelle già individuate nella pianificazione di settore - sottolinea Bertelle -. Ma non è tutto: l’amministrazione comunale deve chiarire anche le dichiarazioni rilasciate nel mese di agosto in cui il sito era definito “ancora in fase di valutazione”. Uno status che, documenti alla mano, risulta in contrasto con la determinazione che già il 31 luglio affidava l’incarico ad un professionista per il frazionamento dell’area al fine dell’installazione presso le ex scuole. L'amministrazione spieghi inoltre – conclude Bertelle - perché a distanza di due mesi non si è ancora riusciti a programmare un incontro con l'amministrazione comunale e la ditta Inwit in cui si informano i cittadini sulla tipologia di impianto che si andrà a installare e le conseguenti emissioni prodotte».

 

La replica del sindaco Luciano Fregonese
 

Il sindaco di Valdobbiadene ricorda che il progetto rientra tra i 1.300 comuni italiani che avranno nuovi tralicci di telefonia grazie ai fondi Pnrr. «Inwit e altri operatori si sono aggiudicati l’appalto di Infratel e Invitalia per conto del Ministero delle Infrastrutture e Made in Italy – spiega Fregonese -. Il 22 luglio Inwit ha trasmesso al protocollo comunale una istanza di autorizzazione alla realizzazione di un nuovo traliccio di telefonia mobile nell’area delle ex scuole di San Giovanni, di proprietà comunale, individuata in quanto adiacente al centro abitato, esente da procedura espropriativa e idonea alla copertura delle aree non servite. L’ufficio tecnico comunale ha quindi provveduto ad affidare un incarico per il frazionamento dell’area delle ex scuole, atto d’ufficio necessario al completamento del procedimento».

 

Quando l’amministrazione è venuta a sapere di questa procedura, ha chiesto «all’ufficio tecnico di sospendere l’incarico per il frazionamento, chiedendo di rivedere la localizzazione richiesta da Inwit in quanto considerata non idonea a causa dell’impatto visivo che questa avrebbe per l’abitato di San Giovanni. Va detto – precisa Fregonese - che l’installazione di questi nuovi tralicci deve essere fatta all’interno o nelle immediate vicinanze dei centri abitati per motivi tecnici di copertura efficace del segnale. Per questo motivo le aree individuate dal piano antenne comunale nelle zone industriali di Zecchei e Ponte Vecchio non sono adeguate per la copertura della frazione di San Giovanni».

 

Ad agosto il Comune ha proposto a Inwit aree alternative per l’installazione di quel traliccio, ma ad oggi non è ancora arrivata una risposta. «Siamo in attesa che Inwit riferisca quali tra le aree proposte siano tecnicamente adeguate per la corretta copertura della frazione di San Giovanni. Per tale motivo ad agosto, ma anche a settembre e oggi a ottobre, l’amministrazione dichiara che “il sito è ancora in fase di valutazione”. Non appena avremo risposta da Inwit sarà possibile organizzare un incontro con la cittadinanza illustrando gli aspetti tecnici delle proposte e delle soluzioni ipotizzate, elementi di cui oggi il comune non dispone finché non avremo risposta da Inwit. Preciso, che l’amministrazione, come peraltro la gran parte della cittadinanza di San Giovanni, non è contraria alla posa della fibra ottica e alla realizzazione del nuovo traliccio di telefonia mobile. L’impegno che si sta mettendo in pratica è finalizzato a individuare la migliore collocazione possibile del traliccio, tale da garantire da un lato la copertura del segnale nella frazione, dall’altro il minor impatto possibile oltre ovviamente alla tutela della salute dei cittadini».

 


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Claudia Borsoi

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