Valencia ancora 1.300 dispersi. La strage nel parking del centro commerciale
I sommozzatori: "Quel parcheggio è un cimitero"
Tre giorni dopo le devastanti alluvioni che hanno colpito la regione di Valencia, il bilancio delle vittime continua ad aggravarsi. Al momento si contano 211 morti, ma il numero dei dispersi è ancora incerto. El Diario parla addirittura di 1300 persone di cui non si hanno notizie. La situazione è così drammatica che il premier Pedro Sanchez, dopo un comitato di crisi alla Moncloa, ha annunciato l'invio di ulteriori rinforzi: "Oggi stesso arriveranno 5mila soldati dell'esercito, che si aggiungono ai 3mila già sul posto, e altri 5mila tra Guardia Civil e forze di polizia".
Ma perché c'è bisogno di così tante forze? "La regione di Valencia richiede più militari, macchine, finanziamenti", ha spiegato Sanchez, definendo questa catastrofe "la seconda peggiore inondazione del secolo registrata in Europa". Una dichiarazione che fa capire la portata dell'emergenza.
E mentre si continua a scavare nel fango alla ricerca di sopravvissuti, emergono storie terribili. Come quella del centro commerciale Bonaire, vicino ad Aldaya. I sommozzatori militari che sono riusciti ad entrare nel parcheggio sotterraneo, completamente allagato, hanno dichiarato: "Quel parcheggio è un cimitero". Martedì pomeriggio, quando l'acqua ha invaso la struttura, c'erano centinaia di persone nei negozi e nei cinema. Il livello dell'acqua è salito fino a tre metri, trasformando il parking in una trappola mortale.
Ma non è solo il numero delle vittime a preoccupare. Ci sono anche i rischi sanitari. Il professor Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, avverte: "C'è la possibilità molto alta di commistioni delle acque reflue con quelle piovane, con il rischio potenziale di infezioni da microrganismi enterici". Un pericolo che non va sottovalutato.
E poi c'è il dramma economico. La Camera di Commercio di Valencia stima che circa 4.500 imprese della provincia abbiano subito danni, di cui 1.800 potrebbero essere state completamente distrutte. Un colpo durissimo per l'economia locale.
In questo scenario apocalittico, non mancano purtroppo gli incidenti. Diciannove volontari sono stati avvelenati dal monossido di carbonio mentre pulivano un garage a Chiva. Un esempio di come, anche nella solidarietà, si nascondano pericoli imprevisti.
Mentre scriviamo, l'agenzia meteo ha lanciato un'allerta rossa a Huelva, in Andalusia. La domanda che tutti si pongono è: siamo pronti ad affrontare un'altra emergenza di questa portata?
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