Il vescovo Tomasi a San Floriano: «Gesù è nostro amico: impariamo ad amare come ama lui»
Il presule trevigiano ha celebrato la festa di San Floriano ricordando il valore dell'amicizia e l'attenzione verso il prossimo.
CASTELFRANCO - Secondo la tradizione, san Floriano era un soldato romano e cristiano che volle condividere il destino di 40 suoi correligionari condannati a morte, finendo anch’egli giustiziato nel 304 durante l’impero di Diocleziano. In occasione della celebrazione del suo martirio,d omenica 9 maggio il vescovo di Treviso Michele Tomasi ha presieduto la celebrazione eucaristica presso la chiesa parrocchiale di San Floriano .
Nella sua omelia, il vescovo ha più volte sottolineato il valore positivo dell’amicizia, soprattutto quando questa ci spinge a migliorare noi stessi, prendendo a modello le qualità dei nostri amici. L’amicizia per eccellenza è quella con Gesù Cristo, il quale si rivolge a noi con queste parole: «vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi» (Giovanni 15, 15).
Pubblichiamo alcuni passaggi dell’omelia di mons. Tomasi, che ha voluto inoltre ricordare la beatificazione di Rosario Livatino, magistrato ucciso dalla mafia nel 1990, martire moderno che mai si è piegato alla corruzione.
«La relazione tra amici è la più reciproca e paritaria, ed è quella che al contempo mantiene la più grande differenza: con l’amico, con l’amica, ti senti pienamente alla pari, puoi essere veramente te stesso. Ci si accetta anche quando si è veramente tanto diversi, se c’è una vera amicizia, il legame è forte e rimane nel tempo».
«Stando con un amico, con una amica, che sanno amare, si migliora, si diventa per riflesso un po' come l’amico, come l’amica. Se noi accettiamo che Gesù ha scelto e sta con noi, vuol dire che anche noi stiamo con Lui, e allora piano piano impariamo ad amare come ama lui, a essere come lui. Se pensiamo che lui è con noi in ogni situazione della nostra vita, in quelle più faticose e dolorose, ma anche in quelle più gioiose, inizieremo ad essere più pazienti con le persone che ci stanno accanto, a prendere l’iniziativa di un perdono, a donare del tempo, ad accogliere invece di chiudere la porta».
«Questo Amico affidabile ci dona, nel corso della storia della chiesa, degli altri amici e amiche affidabili, che sono i santi, e chi fa da patrono ad una comunità, da una sua impronta alla comunità, da un’identità, anche senza saperlo. Questa comunità ha come patrono un martire, san Floriano, uno che anche lui, da amico del Signore, ha accettato di essere amico affidabile dei suoi compagni ed ha donato la vita».
«San Floriano è stato amico affidabile di quaranta cristiani, non gli ha lasciati soli, anche se non poteva fare niente è stato con loro, non si è tirato indietro, e nel momento in cui gli hanno chiesto “Ma perché fai questo?”, ha dichiarato la sua fede, sapendo che gli sarebbe costata la vita».
«Ringraziamo il Signore perché ci chiede di prenderci cura gli uni degli altri, da amici, e in questo tempo difficile, complicato, lo sappiamo tutti quanto ne abbiamo bisogno. Ne ha bisogno ciascuno di noi per non sentirsi soli. Spesso siamo affaticati, sconsolati, ed avere qualcuno vicino che ci incoraggia è una grande benedizione, ma poi dobbiamo essere noi, per altri, persone che incoraggiano, che sorridono, che tendono la mano, che si prendono cura degli uni e degli altri».