Vittorio Veneto, la sequoia e il calcestruzzo nella pancia
Il tronco della pianta secolare è ferito? Ed ecco che il botanico (turulù) gli fa un’iniezione di calcestruzzo!
VITTORIO VENETO - L’articolo da noi appena pubblicato sulla sequoietta neonata, figlia del maestoso Generale Diaz che svetta coi suoi 150 anni di vita e 50 metri d’altezza su Villa Papadopoli, ha suscitato apprezzamento notevole fra i lettori, tanto da giustificare un seguito. La sequoia di Ceneda, tra le più alte d’Italia e di cui molti manco sapevano l’esistenza, oltre a soffrire psicologicamente per l’indifferenza di chi dovrebbe valorizzarla accusa purtroppo gravi problematiche fisiche che minano il suo futuro.
Credo abbiamo tutti conoscenza di come, quando un fusto d’albero subisce infezioni, contusioni, ferite di varia natura reagisce in autodifesa. Cerca di circoscrivere la ferita, isolarla dalla parte sana, cicatrizzarla con un processo di compartimentazione non dissimile, come strategia terapeutica se non come tempi, ai processi di guarigione d’un taglio sulla nostra epidermide. Si notano allora sui bordi della ferita stessa dei cercini corticali ingrossati; come lisce, lucide labbra che cercano di chiudere il taglio e se esso non è troppo ampio vi riescono.
Ora, alla base della sequoia – battezzata da noi Generale Diaz – sul versante est è visibile un’ampia spaccatura a fiamma riferibile probabilmente a un grosso trauma che ha alterato crescita e profilo stesso della pianta, da quella parte meno sviluppato. Ciò è normale ed immodificabile come può esserlo la perdita o atrofia di un muscolo su di noi. Ma non lo è quanto ha fatto la manina che, dall’ alto della sua certificata stupidità di Sapiens, ha voluto intervenire su ciò che la pianta, secondo lei, non sarebbe riuscita a fare autonomamente. Così, negli anni ottanta, il nostro Botanicus Sapiens ha pensato di colare all’interno della ferita una carriolata abbondante di calcestruzzo! Badate, non è un atto vandalico dei tanti ma intervento autorizzato, motivato dall’idea che il calcestruzzo avrebbe sostituito il legno nel deficit strutturale causato dalla ferita. Si può essere più botanicamente *turulù di così? (*arguto lemma zenedese che sta per stupido).