Vittorio Veneto, ultima chiamata per le piscine: "Rischiamo bollette da 100mila euro, così si chiude"
L'appello della presidente Polesel: "Il prezzo del gas è bloccato fino al 31 dicembre, poi si scatenerà il panico"
VITTORIO VENETO - Un’estate a pieno regime, grazie al caldo torrido e alle belle giornate, potrebbe non bastare. Per le piscine di Vittorio Veneto si profila un autunno nero, e la struttura rischia di chiudere i battenti. “L’estate è stata buona, abbiamo lavorato bene – conferma Ambra Polesel, presidente di Nottoli Nuoto -. Questo ci ha aiutato molto, perlomeno per quanto riguarda le difficoltà che avevamo accumulato nel periodo precedente”.
Ora però le piscine di Piazza Aldo Moro, dopo aver affrontato tutte le difficoltà causate dal Covid-19, devono fare i conti con il caro energia. I numeri sono impietosi: “A settembre dell’anno scorso il metano costava 0,22 euro al metro cubo – spiega Polesel -. Ora costa 0,76 euro, il triplo. Le bollette sono passate da 7mila a 20mila euro. Il prezzo è bloccato fino al 31 dicembre, poi si scatenerà il panico, perché rischiamo di ricevere bollette da 100mila euro. Per noi sarebbe insostenibile, con queste cifre la piscina dovrebbe chiudere già a gennaio”. La società e il comune stanno cercando dei rimedi. Un nuovo pozzo potrebbe aiutare a ridurre i costi di gestione dell’impianto.
“Mercoledì verrà effettuato un sopralluogo nella frazione di Costa – dichiara la presidente -. Per l’acqua paghiamo circa 70mila euro all’anno, ma prendendo l’acqua da quella falda potremmo risparmiare molti soldi”.
Anche le caratteristiche delle piscine, costruite nel 1968, rappresentano un problema. “Al momento non siamo in grado di proteggerci da questi rincari – rende noto Polesel -. I serramenti sono quelli del ’68 e la struttura non è coibentata. Qui dovrebbe intervenire il comune, ma bisognerebbe reperire i fondi per l’efficientamento energetico”.
"Stiamo attendendo il contributo del comune, che qualche mese fa ha organizzato un bando per le società sportive. Le piscine di altri comuni hanno già ricevuto degli aiuti, noi no. In questo momento noi possiamo compattare gli orari, limitare l’apertura serale e restringere quella del sabato mattina – conclude la presidente -. Siamo molto preoccupati, non possiamo triplicare le tariffe: lo sport dovrebbe essere un diritto di tutti”.