«CACCIA AI CERVI SOLO PER FARE CASSA»
Il consigliere provinciale Dus prende le distanze dalle ipotesi di far pagare o rivendere i cervi cacciati in Cansiglio
| Claudia Borsoi |
CANSIGLIO - Il consigliere provinciale Claudio Dus parla chiaro: «le proposte di abbattimento e vendita dei cervi hanno il solo scopo di fare cassa per venire in aiuto ai problemi dei comuni della Pedemontana trevigiana».
Dopo la firma dell'accordo interregionale per il controllo dei cervi in Cansiglio, oltre 1.000 i capi che andrebbero abbattuti per ristabilire l'ecosistema, si erano alzate nelle settimane scorse ipotesi diverse. Chi, ricorda Dus, come l'assessore comunale di Vittorio Veneto Michele De Bertolis, proponeva ai cacciatori di pagare il cervo cacciato, chi, invece, come l'europarlamentare Scottà, proponeva di vendere la carne dei cervi ai ristoranti.
Proposte, che secondo il consigliere provinciale non sarebbero altro che modi per fare cassa: «All’assessore De Bertolis, che afferma che bastano 150 cervi, da far pagare ai cacciatori 1.200-1.500 euro a capo, per risolvere il ridimensionamento imposto alla casse dei Comuni dal governo romano, ricordo - sottolinea Dus - che la sua parte politica, la Lega, fa parte di quello stesso governo da diversi anni».
E sulle modalità di riduzione dei cervi presenti in Cansiglio il consigliere Dus chiede la massima trasparenza agli enti che hanno sottoscritto l'accordo. «Trasparenza - spiega - vuol dire procedure chiare, cacciatori selezionatori provati, rispetto degli adempimenti previsti per legge. Da consigliere provinciale ho chiesto più volte trasparenza di fronte all’opinione pubblica, non in malafede, ma perché rischiano di incrociarsi troppi interessi su questo tipo di attività venatoria».