TARZO – Candidato per la lista “Diamoci una mano”, Gianangelo Bof, 37 anni, è il sindaco uscente di Tarzo. Risiede con la sua famiglia, la moglie Laura e le due figlie, Swami di 9 anni e Lucrezia un anno il 16 aprile, a Corbanese. Lavora dal 2008 come commerciale all’Asco Tlc. Dopo il diploma all'istituto alberghiero di Vittorio Veneto e fino al 2003 ha gestito due gelaterie in Germania, poi il ristorante La Mondaresca a Tarzo.

Nel 2003 il suo ingresso in politica nelle file della Lega Nord, prima come assessore nella giunta Dal Mas, poi, dal 2007, sindaco di Tarzo.

Che cos’è per lei la politica? È un ideale. Credo in uno stato di responsabilità e in cui non si sprecano i soldi, valori che oggi vanno riscoperti.

Se pensa a Tarzo pensa a… A un paese che deve crescere, non sotto il profilo demografico o economico, ma sotto quello della coesione sociale. Con un buon tessuto sociale il paese riuscirà sicuramente ad affrontare il periodo di sacrifici: è importante creare coesione sociale tra le persone per permettere di trarre il meglio da questa crisi, che identifico come cambiamento.

Per fare il sindaco, se sarà rieletto, rinuncerà a …. Se si fa qualcosa per la comunità non si rinuncia a niente. Il dare ti arricchisce; il tempo che togli alla famiglia e lo stress sono comunque sempre ripagati perché lo fai per la tua comunità, non per popolarità.

Quali sono i suoi hobby? Una delle passioni, oggi trascurate, è la lettura. Leggo libri di economia, sociologia, filosofia. Mi piace poi passeggiare con la mia famiglia, ascoltare musica, spazio dal jazz al rock anni ’80, dalla classica a Vasco.

Pregi e difetti? Tra i pregi la pazienza, la determinazione e la testardaggine, che però a volte si rileva anche un difetto. Altri difetti: faccio troppo miei i problemi degli altri e sono una buona forchetta.

E i tre pregi che dovrebbe avere un sindaco? Saper decidere, ma prima di decidere deve saper concertare, condividere, saper discutere con gli altri perché le cose condivise hanno futuro. Mio nonno diceva che si deve ascoltare due volte e parlare una volta. Decidere, dopo aver concertato e ascoltato, e saper prendere anche delle decisioni impopolari.

Compenso da sindaco, sì o no? I 750 euro che ora prendo come sindaco vanno a coprire le spese vive, non chiedo rimborsi per telefono o spostamenti in auto. Se disponessi di risorse economiche tali da potermi accollare queste spese, mi taglierei volentieri il compenso.

Quali sono per lei le tre priorità per Tarzo? Riqualificare i centri storici e dare identità al paese, stare vicini alle persone per far fronte alle esigenze dei nostri cittadini e dare la speranza alla gente, far capire che il mondo cambia, ma non per forza in peggio.

La prima cosa che farebbe se fosse nominato sindaco? Presentarmi in municipio e continuare quanto portato avanti fino a adesso, lavorando con lo stesso entusiasmo.

Su cosa si basa il suo programma elettorale? Diamoci una mano è un programma pensato e ragionato perché c’è bisogno di tutti, anche di coesione in consiglio comunale tra le varie forze politiche. Vogliamo crescere insieme e coinvolgere il maggior numero di persone possibili.

Una parola sui suoi sfidanti, Giovanni Tessari candidato per il centro sinistra e Ennio Casagrande, candidato per il centro. Sono due sfidanti autorevoli. Il dato bello è stato che in tutte e tre le liste c’è rinnovamento e giovani. Sicuramente con Tessari si potrà dialogare e al di là dei ruoli, se sarò in maggioranza o minoranza, si riuscirà a far crescere il paese. Con Casagrande abbiamo lavorato cinque anni assieme, ci siamo trovati spesso con posizioni divergenti e per tanto ha preso un'altra strada. Gli auguro fortuna e di poter dare  ancora qualcosa al nostro paese.

Nei prossimi giorni le interviste agli altri due candidati sindaci a Tarzo