“La mascherina per strada mentre cammini, no: non si può vedere!”
I tanti dubbi degli studenti sull’obbligo della mascherina anche all’esterno, tra frustrazione e goliardia
TREVISO - “Prof. ma sei io, mettiamo il caso, sto passeggiando per strada senza indossare la mascherina e a un certo punto, vedendo spuntare all’improvviso una pattuglia dei vigili, mi metto a correre, secondo lei mi multano?” Scoppia la risata in classe. Perché non tramonterà mai il vecchio adagio che dice: “Fatta la legge, trovato l’inganno”.
L’obbligo di infilare la mascherina quando si cammina per strada o sulla stessa ci si intrattiene a fare una chiacchiera (ma non se pratichi attività sportiva), introdotto ieri dal Governo per tentare di arrestare la risalita delle curva dei contagi, ha animato le discussioni di classe stamattina. Misura inutile, a sentire la maggioranza del campione di studenti delle superiori intervistato: “Fuori dagli edifici scolastici teniamo già la mascherina”. “Non è per strada che ci contagiamo gli uni con gli altri”. “Le distanze le teniamo anche fuori, non solo in aula”. Il problema magari è la movida... “Ma noi la mascherina la teniamo anche quando facciamo serata o all’ora dell’aperitivo”. Troppa gente assiepata nei locali, nei plateatici, in piedi in strada di fronte ai bar. O sempre all’imbrunire quando va in scena lo struscio nel centro cittadino.
“Piuttosto andrebbero monitorate le feste private, o no?” L’impossibilità di effettuare controlli fa accadere di tutto nei ritrovi in casa, tra amici: numeri importanti di invitati; mascherina e igienizzazione, queste sconosciute. “Ma la mascherina per strada mentre cammini, no prof.: non si può vedere!” - è un mantra. “Anche perché il Covid lo contrai in famiglia, è dimostrato”. Però tra le pareti domestiche entrerà pure da qualche parte! “Noi però quando sostiamo a distanze ravvicinate alziamo la nostra bella mascherina”- Del resto c’è già dell’affetto: “sono ormai otto mesi… di noi”. Una risata ancora. Liberatoria.