“Latte prodotto da mucche allevate in pascoli virtuali”
Quando la realtà virtuale inganna anche gli animali e… chi ne berrà il latte
EDITORIALE – Izzet Kocak è un allevatore turco che per la sua intuizione è stato di recente intervistato dall’agenzia di stampa Anadolu, finendo poi nei media di tutto il mondo. La “bella pensata” del protagonista di questa vicenda è stata quella di mettere due visori per la realtà virtuale (uno per occhio) ad una mucca che produceva mediamente 22 litri di latte al giorno: beh, inducendo l’animale a pensare che fosse in un bel pascolo verde e soleggiato, la produzione di latte è salita a 27 litri.
Da qui la decisione di Izzet Kocak, non di portare tutte le mucche in un bel pascolo verde all’aperto ma, di mettere i visori a tutti gli animali dell’allevamento, privilegiando così la quantità rispetto al gusto ed al valore nutrizionale del latte. Doveroso precisare che la genialata era già stata partorita qualche anno fa da un’equipe scientifica russa, con tanto di sostegno del Ministero dell'Agricoltura: esperimento poi abbandonato perché non è stato possibile dimostrare che gli animali percepiscano la realtà virtuale al pari dell’uomo.
Ora, a prescindere dal rigore scientifico della ricerca russa e dalla bizzarria dell’allevatore turco, viene da chiedersi se in futuro sui cartoli del latte troveremo la dicitura: latte prodotto da mucche allevate in pascoli virtuali, così come per le uova delle galline allevate a terra. Quanto alle mucche, non è dato sapere se apprezzino la trovata o, se ne siano solo stimolate a livello produttivo. Ma è plausibile ipotizzare che gli animali preferiscano di gran lunga un autentico prato verde alla realtà virtuale.