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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

“Mai avuti un’estate e un ottobre così caldi”. E come sarà l’inverno?

La risposta dell’esperto Andrea Costantini

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

termometro

VITTORIO VENETO - Un'estate e un ottobre così caldi non si erano mai visti. Ce ne siamo accorti tutti, soprattutto a fine ottobre, di quanto fosse insolita per il periodo l’alta temperatura. Ma i dati raccolti e confrontati con quelli degli anni scorsi hanno dato conferma alla nostra impressione: fa caldo, troppo caldo. Eppure, come fa notare il meteorologo vittoriese Andrea Costantini, “non c’è nulla di cui sorprendersi: questo era lo scenario previsto dalla comunità scientifica da 20-30 anni”. Costantini, tecnico meteorologo e autore del sito Meteo Ravanel, stazione meteo amatoriale, ci svela quanto esattamente questo ottobre è stato (più) caldo.

 

“Dopo un'estate che ha messo a dura prova la capacità della biosfera di adattamento alle condizioni meteo estremamente calde e secche (verificatesi oltretutto dopo una stagione invernale altrettanto anomala), ecco che l'autunno è iniziato nel segno della continuità, con un settembre appena appena in media seguito da un mese di ottobre che ha letteralmente sbaragliato i precedenti noti, superando anche lo storico 2001 che rimaneva "pietra miliare" delle anomalie finora registrate”, riferisce Costantini. E precisa: “Anche Arpa Veneto, nel suo periodico bollettino focalizzato sul territorio montuoso (ma ben estendibile anche alle zone pedemontane e dell'alta pianura veneta), evidenzia che "nelle Dolomiti il mese di ottobre è stato il più mite (+ 4.1°C di scarto) almeno dal 1988 (inizio dei dati). Particolarmente calda è stata la terza decade del mese con +5.6°C rispetto alla media. Anche il periodo da maggio a fine ottobre è stato il più caldo dell'ultimo trentennio”. A fare da spalla all'esagerata anomalia positiva - continua l'esperto -  (di cui ci siamo accorti tutti, specie considerando le temperature massime tra +24 e +28°C, ovvero circa 10-12°C sopra la media), c'è la persistente siccità, interrotta solo da un breve episodio occorso il 4 novembre, ovviamente del tutto insufficiente a ripristinare una condizione che si trascina ormai da un anno”.

 

“Qualcuno -riferisce Costantini - ha obiettato che andamenti ciclici sfavorevoli (con siccità e condizioni di caldo generalizzato) sono avvenuti anche in passato (incidendo però su società non certo tecnologiche ed energivore), e su questo nessuno può controbattere, ma andrebbe aggiunto che a fare la differenza (e che differenza!) è lo scostamento rispetto alle medie, e la durata di tali periodi. Non è certo una notizia climatica dire che tra gli anni '40 e '50 furono svariati i periodi siccitosi con estati "calde", ma si guardino i valori di temperatura massima raggiunta all'epoca rispetto alle misure che stiamo oggi osservando. In sintesi: affermare semplicisticamente che "ha già fatto caldo", non da alcuna misura, in quanto è "quanto più caldo" a sancire la reale portata dell'anomalia in corso, che del resto ben si inserisce nel quadro degli scenari proposti dalla comunità scientifica ormai da 25-30 anni. Perchè dunque sorprendersi?

 

Arriviamo alla domanda fatidica, quella che tutti vorrebbero porre: come sarà l'inverno?

“Considerando che non c'è ad oggi alcun metodo scientifico per conoscere il tempo nel dettaglio su un territorio specifico oltre la scadenza di 3-5 o massimo 10 giorni - precisa Costantini - dobbiamo "accontentarci" delle proiezioni stagionali emesse dal modello europeo "Copernicus - ECMWF" per il trimestre novembre/dicembre/gennaio. Ebbene, seppur con alcune differenze spaziali, le varie proiezioni concordano per uno scenario di temperature ben sopra la norma per buona parte dell'Europa, in particolare per le zone continentali interne e in montagna. Le precipitazioni invece mostrano un "segnale" meno marcato e vi sono divergenze di tendenza, pertanto a differenza dei mesi scorsi possiamo confidare in qualche evento piovoso in più che, associato a temperature globalmente miti, fanno propendere per un inverno assai mite e a tratti umido, confidando che qualche perturbazione porti la neve almeno sopra i 1200-1500m (sulle Prealpi è ragionevole attendersi scarsità o assenza di accumuli stabili)”.

 

“Infine - conclude il meteorologo - allargando "l'orizzonte", rileviamo come in questi giorni sia in corso la COP27 in Egitto (Conferenza delle Parti dell'UNFCCC), in un contesto molto teso e ricco di contraddizioni (tra cui le ben note vicende sulle violazioni dei diritti umani da parte del Paese ospitante); non sembra che tale evento possa, in questo momento, portare le tanto attese e soprattutto necessarie svolte radicali nella gestione complessiva del nostro Pianeta”.

 

 

 

 


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