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20 aprile 2024

Treviso

“Qualcosa si è rotto dentro ai nostri ragazzi”

I docenti raccontano il loro primo giorno di scuola e le sensazioni colte dagli studenti

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

“Qualcosa si è rotto dentro ai nostri ragazzi”

Treviso - Albergavano due preoccupazioni nei professori, stamattina: come avrebbero trovato i ragazzi e la scuola. Dal liceo Canova, dopo l’ultima ora di lezione, la prof.ssa di latino e greco Eva Costeniero, esce “ammirata”: “Una organizzazione a puntino: distanziamento, ingressi diversificati e scaglionati, gel e mascherine (consegnate anche agli studenti), ordine e pulizia. I miei ragazzi del quarto anno invece… Diciamo che li ho trovati chiaramente provati dalla lunga assenza. E un po’ cupi. Li conosco e ho capito che dentro di loro è come se si fosse rotto qualcosa, come per tutti del resto. Cercano di non darlo a vedere ma quando li sorprendi sfuggirti con lo sguardo, avverti che c’è una sorta di imbarazzo e che la fatica è tanta a tornare come prima”. Sempre al Canova, ma all’indirizzo linguistico, la prof.ssa Sara Parcianello, di spagnolo, ha vissuto emozioni inedite: “Attendere in classe, tranquillissima, gli studenti e sentire la pelle d’oca quando entrano e ti salutano con un sonoro buongiorno. Poi osservarli mentre vanno in fretta alla ricerca del banco migliore, che è sempre l’ultimo”.

Poco distante, scene simili. Racconta la prof.ssa Gabriella Bedin del Liceo artistico: “Ho trovato una scuola pronta ad accogliere sia noi che i nostri studenti. L’inizio è stato emozionante e la voce rotta, quando ho dato il benvenuto ed iniziato l’appello, ha tradito la fatica di lasciarsi alle spalle il passato e la preoccupazione per questo nuovo inizio. Dopo i primi minuti di spaesamento, seduti al loro banco, i miei nuovi studenti di prima, sorridenti, si sono aperti al confronto con tanta voglia di raccontarsi”. Anche per il prof. Claudio Ragazzi (Disegno e Storia dell’Arte) allo scientifico “Da Vinci” è stato proprio un bell’inizio: “Non può esserci scuola se non in presenza, con tutte le attenzioni tese a seguire scrupolosamente le precise indicazioni del protocollo anti Covid. Ma la cosa più bella è stato rivedersi finalmente con studenti e colleghi: tanto l’entusiasmo, da entrambi le parti”.

La prof.ssa Anna Baldissera insegna invece Inglese al liceo “Levi” di Montebelluna: “Tanta curiosità stamattina entrando in aula. Studenti e professori abbiamo dovuto capire come era cambiata la musica. A cominciare da quella delle numerose campanelle che suonavano per alcune classi piuttosto che per altre. Qualche disagio a indossare la mascherina ma questo è il prezzo da pagare – e ci sta – per poter stare tutti in presenza”.

 


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