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06 ottobre 2024

Vittorio Veneto

100 anni di archeologia in Vallata

Allo scavo archeologico di Colmaggiore di Tarzo dell’Università di Ferrara si è celebrato, davanti ad un folto pubblico, il secolo dal rinvenimento del primo reperto archeologico lungo il canale delle barche

| Michele Zanchetta |

| Michele Zanchetta |

scavi archeologici vallata

TARZO - Alla presenza delle maggiori autorità del territorio, nella tarda mattinata di oggi, si è svolta la giornata inaugurale dell’iniziativa “1923-2023, 100° anniversario dai ritrovamenti archeologici presso i laghi di San Giorgio e Santa Maria, nei comuni di Revine-Lago e Tarzo”. Un viaggio lungo 100 anni, durante i quali si è potuto scrivere la storia del popolamento della Vallata, tra laghi e prati. Nel 1923 l’ing. Carpené, mentre presiedeva allo scavo del canale per le barche tra i due laghi, rinvenne una spada bronzea di tipologia Sauerbrunn, attestabile all’età del Bronzo ed ora musealizzata al Castello di Conegliano. Questo fu l’inizio di una serie di rinvenimenti nella zona dei laghi, che nell’antichità erano un unico specchio d’acqua molto più ampio, circondato da paludi ed acquitrini. All’inizio degli anni Ottanta del XX secolo vennero rinvenuti alcuni reperti, seguiti da campagne di scavo supervisionate dalla Soprintendenza del Veneto, che confermarono la presenza di un villaggio palafitticolo diffuso nella zona orientale dei laghi.

 

Gli ideatori del progetto, Marta Modolo, archeologa ricercatrice preistorica dell’Università di Ferrara, e Lorenzo Fattorel, architetto, hanno presentato ai presenti le attività in corso e i risultati sin d’ora ottenuti. Lo scavo scientifico, dove lavorano affiancati archeologi professionisti e studenti di archeologia di vari atenei italiani e stranieri, è iniziato nel 2019. Nel corso degli anni si è allargato sempre di più il fronte d’indagine e gli ambiti scientifici legati all’archeologia, con studi sulle ossa, sulla ceramica, sul legno, sulle sementi e sulla pietra lavorata. I risultati sin d’ora sono importanti, con l’affioramento di resti di palafitte preistoriche in un’area che doveva essere posta sul limite del lago. Nel corso di questa campagna di scavi sono state effettuate importanti acquisizioni, tra le quali sono stati trovati anche tre denti umani, i primi effettuati in questa zona. Ci si augura non siano gli unici di questo genere, per poter meglio comprendere la società della Vallata durante la preistoria, tra 7000 e 3500 anni fa. Diversi gli interventi, a partire dalle parole del Tenente Colonnello Michele Di Cosimo, Comandante del reparto Carabinieri per la biodiversità di Vittorio Veneto, che ha sottolineato come i rapporti tra le forze dell’ordine, e chi si fa interprete della tutela a vari livelli, siano proficui e importanti, in quanto conservazione del bene comune. La Regione Veneto ha finanziato lo scavo e lo ha inserito nella rete Grandi Eventi 2023 per la rilevanza scientifica e culturale, i dati emersi infatti permetteranno un ampliamento della storia del territorio. Inoltre, saranno funzionali per il processo d’inserimento di quest’area tra quelle che già fanno parte del sito alpino diffuso UNESCO, che racchiude tutti gli insediamenti palafitticoli. Come ha sottolineato il presidente della Regione Luca Zaia, in una lettera, sarà un traguardo che, unito alle già presenti Colline del Prosecco UNESCO, attirerà molti turisti in questo territorio, al confine tra Trevigiano e Bellunese. Ursula Thun Hohenstein, docente del dipartimento di scienze preistoriche dell’Università di Ferrara e delegata alla III missione, in rappresentanza della Magnifica Rettrice, ha sottolineato l’importanza della ricerca archeologica quanto le relazioni tra le imprese impegnate negli scavi e la comunità. Ritornare alle radici coinvolge i giovani nella comprensione del territorio e delle sue complessità.

 

L’europarlamentare Gianantonio Da Re, membro della Commissione per la cultura e l'istruzione e già sindaco di Vittorio Veneto, ha espresso grande soddisfazione per i risultati raggiunti, augurandosi una continuazione nel futuro, perché è compito delle istituzioni mettersi al servizio di ricerche come questa che svelano la storia di un territorio. Vincenzo Tiné e Elena Pettenò, soprintendente e funzionaria della Soprintendenza archeologica per l’area metropolitana di Venezia, Padova, Treviso e Belluno, hanno salutato il felice progetto di ricerca in questo campo, dove hanno collaborato insieme le università di Ferrara e Padova. Rino Furlan, vicepresidente UNPLI Treviso, e Luciano Piaia, presidente Pro Loco Tarzo, hanno sottolineato l’importanza di questi ritrovamenti per l’economia della Vallata, grazie a queste perpetue acquisizioni i turisti potranno godere di un’ulteriore offerta culturale, ancora più diversificata. E’ stato infine il tempo per i ringraziamenti per coloro che hanno contribuito alla riuscita e sostentamento di questo scavo. Don Angelo Granziera, parroco di Lago, Emiliano Bernardi, presidente Pro Loco Revine Lago, e Francesco Introvigne, presidente ANA Vittorio Veneto, per aver creato una rete di accoglienza per gli studenti e i professionisti che hanno partecipato a questo scavo. L’Associazione Nazionale Archeologi, la più grande associazione di categoria, ha patrocinato lo scavo e fornito assistenza a vari livelli, mentre con la prestigiosa rivista Archeologia Viva è stata aperta una collaborazione per la comunicazione dei risultati di scavo. Ha partecipato alle indagini archeologiche anche il Liceo Flaminio di Vittorio Veneto, nell’ottica di creare le basi per far conoscere agli studenti delle scuole superiori una delle professioni legate al patrimonio culturale italiano. Il Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche, nel corso degli anni, è stato un partner presente in ogni attività culturale, sia scientifica che di divulgazione, permettendo una diffusione della conoscenza a vari livelli. Diversi sono stati gli sponsor privati locali che hanno creduto in questo progetto, dimostrando lungimiranza e progettazione per una crescita prima culturale e poi economica della Vallata. Dalla Luxottica alla Favaro Scavi, dalla Banca Prealpi San Biagio alla Ferramenta Effebi, dalla Cantina Sara Meneguz al Lanificio Bozzoli, la cui sinergia ha portato alla creazione di una serie di bottiglie di vino con un packaging ricercato e dedicato alla preistoria, grazie alle indicazioni dell’archeologa Giulia Conte.


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Michele Zanchetta

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