SUSEGANA - “Tendopoli? Non se ne parla neanche. I sindaci della Lega negheranno ogni proprietà pubblica di loro pertinenza all’ospitalità dei profughi". Mentre Federico Caner, capogruppo regionale del Carroccio, prende posizione contro l'ipotesi dell'allestimento di due tendopoli, a Susegana e San Biagio, per accogliere i migranti, ieri nelle zone interessate sono stati fatti i dovuti sopralluoghi.

Prefettura, carabinieri, Vigili del Fuoco e Genio Civile hanno ispezionato l'ex area militare situata a Ponte della Priula a Susegana, al confine con Santa Lucia di Piave. Lo scopo era appunto quello di valutare una possibile sistemazione dei profughi che, fuggendo dalla guerra, dalla miseria, dalla fame, stanno arrivando in questi giorni nella Marca. La zona, dismessa da anni, è di proprietà del Demanio e all'interno dell'area si trovano hanger dotati di impianto elettrico e servizi igienici. Il lavoro da fare, per adibire a zona ad accogliere i richiedenti asilo, sarebbe ingente ma pare che lo scoglio più grande siano le persone: i sindaci Vincenza Scarpa di Susegana e Riccardo Szumski di Santa Lucia, contrarissimi a questa soluzione, e i cittadini, che si sono detti spaventati dall'arrivo degli stranieri.

Anche nell'area di Spercenigo a San Biagio di Callalta, al confine con Roncade, è stato fatto un sopralluogo: i 52 ettari di terreno, anche questi di proprietà del Demanio, potrebbero essere adibiti a campo di accoglienza. Per ora non c'è nulla di certo, tranne che gli arrivi non si arrestano. Ma crescono e sono destinati - secondo quanto riferito dall'Ue - ad aumentare.

A Treviso, giovedì mattina alle 4, è giunta una corriera di ragazzi provenienti dall'eritrea. Quasi tutte donne (21 su 24) di età compresa tra i 18 e 22 anni. Le giovanissime ragazze e i tre ragazzi hanno trovato chi ha aperto loro le porte: don Aldo Danieli, parroco di Paderno, che ha accolto i ragazzi in parrocchia dando la propria disponibilità fino a sabato, quando i locali serviranno per le attività parrocchiali. Un gesto naturale, per don Aldo: "Questo è essere cristiani, aiutare chi ha bisogno".

In quest'ottica, non sono per nulla cristiani i sindaci della Lega Nord del montebellunese e dell'asolano che, in un comunicato, fanno sapere: "Nei nostri comuni non c'è posto per i profughi!". Non lo è Caner, capogruppo che ha parlato a nome di tutti primi cittadini del Carroccio: “Non esiste assolutamente che continuiamo a farci carico dell’emergenza profughi". E nemmeno il governatore Luca Zaia, dello stesso partito: "Il no del Veneto all'arrivo di altri immigrati sul proprio territorio è diventato, se possibile, ancora più netto. Considero l'eventuale ulteriore invio da parte del governo un atto ostile nei confronti dei territori e delle loro Istituzioni, a cominciare dai Comuni, così come giudico - riferisce Zaia- la peggiore possibile in assoluto la cosiddetta 'soluzione' dell'allestimento di tendopoli".

Luca Zaia, commentando poi quanto dichiarato al quotidiano britannico da un ex funzionario di Frontex, secondo il quale i criminali che gestiscono il traffico di profughi dal Nordafrica avvertirebbero in anticipo le autorità italiane della partenza dei barconi, diventa ancora più duro: "Bisogna intervenire subito e con decisione sulle coste libiche e chiudere ogni porta d'accesso all'Italia".

Per il presidente del Veneto, insomma, la soluzione per risolvere questa emergenza umanitaria in cui migliaia di persone ci chiedono aiuto lottando per la sopravvivenza è alzare le barricate, chiudere i confini, costruire forti barriere, serrarci dentro nuove, pesanti, impenetrabili frontiere.