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16 luglio 2024

Cronaca

Il 25% dei giovani supporta incondizionatamente gli attivisti di Ultima Generazione

I giovani e la difesa del Pianeta: Preoccupazione sì, proteste estreme meno

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Fontana di Trevi Ultima Generazione

La crescente serie di calamità naturali che sta colpendo l'Italia, insieme alle manifestazioni eclatanti degli attivisti di "Ultima Generazione", riaccendono il dibattito sull'urgenza di adottare politiche efficaci per la salvaguardia del nostro pianeta. Tuttavia, secondo un sondaggio condotto da Skuola.net su un campione di 3.000 giovani tra gli 11 e i 25 anni, i giovani intervistati esprimono un'opinione moderata. Mentre la maggioranza è preoccupata per l'ambiente, molti di meno condividono modalità di protesta estreme.

Quasi due terzi degli intervistati (circa il 66%) ritengono che le preoccupazioni sollevate da "Ultima Generazione" riguardo alla salute del pianeta e agli effetti dei cambiamenti climatici siano sacrosante. Credono che il cambiamento climatico abbia raggiunto un punto di non ritorno. Un ulteriore 27% afferma che i loro coetanei stanno cercando di suscitare una riflessione valida, anche se non ritengono che la situazione sia così drammatica come viene presentata. Solo l'1 su 10 ritiene eccessiva l'ansia per il futuro del pianeta.

Tuttavia, il quadro cambia notevolmente quando si tratta delle modalità di azione del movimento. Solo il 25% dei giovani supporta incondizionatamente gli attivisti, sostenendo che per ottenere risultati significativi siano necessari gesti "forti". La maggioranza (64% degli intervistati), invece, suggerisce di esplorare altri tipi di "messaggi" senza attaccare il patrimonio culturale o bloccare le strade. Solo il 13% respinge qualsiasi forma di gesto eclatante.

Questi numeri condannano sostanzialmente le azioni compiute, ad esempio, a Firenze con Palazzo Vecchio e gli Uffizi o a Roma con la "barcaccia" di Piazza di Spagna e Palazzo Madama. Inoltre, la proposta del governo di punire severamente gli "imbrattatori", inclusa l'obbligo di ripulire le aree in cui hanno lasciato segni, è approvata dal 60% dei giovani intervistati. Un altro 30% è d'accordo con sanzioni meno severe. Solo il 10% è contrario a qualsiasi forma di condanna formale.

È importante notare che la maggior parte dei giovani preferisce agire in silenzio per aiutare il pianeta. Gesti quotidiani che, se fatti da tutti, possono davvero fare la differenza. Oltre il 75% degli intervistati evita di sporcare o lasciare rifiuti in luoghi pubblici, il 30% afferma di aver eliminato l'uso della plastica monouso (e un altro 50% sta cercando di farlo), circa il 50% fa attenzione a non sprecare acqua, quasi il 65% evita di accendere le luci di casa se non necessario e circa il 16% riesce a limitare l'uso della carta per studiare o fare esercizi.

"La tragedia dell'Emilia Romagna ha riportato il clima al centro del dibattito e dello scontro generazionale sulla questione ambientale. Mentre giovani e meno giovani sono impegnati sullo stesso fronte per affrontare le conseguenze delle calamità, altrove le azioni di "Ultima Generazione" continuano a suscitare discussioni, anche tra i diretti interessati. Sebbene la maggior parte dei giovani approvi le ragioni alla base delle azioni degli attivisti ambientali, condannano le modalità. Tuttavia, ciò non impedisce loro di impegnarsi silenziosamente per ridurre il proprio impatto sul pianeta, affinché l'ambiente non diventi una questione solo in seguito a un'altra catastrofe scatenata dai cambiamenti climatici", afferma Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

 



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