A 80 anni dalla strage
In via Patrioti a Refrontolo si sono ritrovati in molti per commemorare i quattro partigiani uccisi in un assalto da parte delle truppe fasciste
REFRONTOLO - Il 14 ottobre 1944 venivano uccisi, dopo essere stati assediati in un casolare cui fu dato fuoco per stanarli, quattro giovani partigiani della Brigata Piave. I fratelli Agosti, Giuseppe e Gino, di Mareno, e Claudio Dal Bo e Gianni De Polo, di Ceneda, furono linciati dal fuoco fascista nel prato antistante la casa nella quale si erano nascosti; i loro corpi furono oltraggiati e i volti resi irriconoscibili in segno di spregio.
Dovevano essere sepolti, secondo le indicazioni dei repubblichini, esattamente in quel luogo, ma grazie alla carità dei contadini della zona furono prima portati al cimitero di Refrontolo a Colvendrame, quindi traslati nei loro paesi di origine. Siamo all’inizio del tremendo periodo che vide l’acuirsi degli scontri tra partigiani e truppe nazifasciste in tutta la Pedemontana, con stragi ripetute e la necessità di “prendere la strada dei monti” per coloro che decisero di combattere per un’Italia libera. Il casolare si trova nella valle del Crevada, tra Refrontolo e San Pietro di Feletto, in località Mire Basse; è un bel poggio che si eleva tra campi, vigneti e boschetti, con la strada bianca che lo supera e punta verso il fondovalle.
Nell’anniversario per gli 80 anni dalla strage, il 14 ottobre si sono trovati in molti per ricordarli, tra amministrazioni locali e associazioni. La commemorazione è stata guidata da Loris Bragaggia, dell’ANPI di Conegliano, ma erano presenti anche altre sezioni della provincia di Treviso e di Pordenone. In rappresentanza delle loro amministrazioni, Laura Ceccarini, assessore al sociale del Comune di Vittorio Veneto, Giulia Marcon, assessore del Comune di Mareno, Roberto De Stefani, consigliere del Comune di Refrontolo, hanno sottolineato il valore di democrazia e libertà, raggiunte con il sacrificio dei partigiani e della popolazione che patì le sofferenze durante il terribile inverno 1944 – 45.
La storica Isabella Gianelloni ha raccontato gli eventi di quei giorni, focalizzando l’attenzione sull’aspetto sociale della guerra partigiana, che, come nel caso di Refrontolo, fu trasversale, svincolata da un’unica influenza politica: gli Agosti erano conti con residenza nel palazzo familiare a Mareno, Dal Bo e De Polo, studenti di Vittorio, prima della lotta partigiana erano stati soldati nelle truppe alpine e negli artiglieri. La cerimonia si è conclusa con la posa di una corona di fiori e il saluto alla memoria dei caduti.
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