Appesi al... web: gli adolescenti al tempo del Covid e come aiutarli
Quando avere campo diventa più importante dell'essere
| Tiziana Benincà |
FARRA DI SOLIGO - Dopo un anno dall’inizio di questa pandemia, ai ragazzi chi ci sta pensando? Gli psicologi.
“Gli adolescenti hanno avuto la minor attenzione. Il grosso problema è stato anche togliere lo sport in modo indiscriminato. Adesso l’unico momento di socializzazione è il videogioco e quindi molti hanno perso non solo le abilità sociali, ma anche lo stimolo e si stanno rintanando in quella zona confort che in realtà è un grosso pericolo.” commenta la psicologa Emanuela Fornasier “Gli effetti drammatici li vedremo nei prossimi anni. Percepisco grosse difficoltà nel legame con internet e videogiochi: ci sono ragazzini che hanno raddoppiato i tempi e fanno molta fatica ad uscire di casa. Ora che si sta aprendo qualcosa fanno fatica ad accettarlo, perché sono dentro questo mondo virtuale.”
Non esistono ancora degli osservatori che siano in grado di fornirci dei numeri, ma sicuramente ci sono diversi risultati di ricerche partite dopo il primo lockdown, che vanno nella direzione di un aumento importante dei problemi emotivi.
Difficoltà che la Dottoressa ha riscontrato anche in molti genitori con crisi di panico e forte ansia, dovuti alla gestione dei figli e alla situazione precaria o drammatica nel mondo lavorativo.
Negli ultimi tempi è uscito un bando cui potevano partecipare tutte le scuole, per attivare dei progetti covid di supporto psicologico di 40 ore, che prevedeva l’intervento di psicologi, ma probabilmente sarebbe stato necessario partire già ad inizio anno scolastico.
Il problema più grande sussiste negli istituti superiori, dove la Dad prosegue seppur in percentuale ridotta.
“Hanno perso il contatto sociale con i compagni. La scuola è soprattutto socialità, ora la loro socialità è diventata virtuale, solo quella. La didattica a distanza è pesante da sopportare ed ha fatto registrare un aumento di disturbi d’ansia.” commenta la psicologa Valentina Scurti “Ultimamente ho molte richieste di ragazzi fino ai 25 anni. Il fatto che l’università sia diventata telematica rende più difficile stare al passo e quindi i tempi si allungano.”
Perdendo la loro socialità i ragazzi si sono trovati spaesati, senza sapere quando potranno riprendere la loro vita improvvisamente interrotta.