ASSISTENZA DOMICILIARE, È POLEMICA
Dure critiche dal Pd e dalla Cgil: a pagare sono sempre i meno abbienti e chi ha più bisogno
| Laura Tuveri |
CASTELLO DI GODEGO - L'amministrazione comunale di Castello di Godego ha deciso di chiedere ai propri cittadini la compartecipazione alla spesa relativa alle prestazioni di assistenza domiciliare.
Giungono dure critiche da parte della Cgil e del Pd. "Questa è la politica della destra e della Lega: macelleria sociale" ha commentato Enrico Quarello, coordinatore provinciale del Partito Democratico di Treviso. "Andranno a chiedere soldi ad anziani, disabili e persone a rischio di marginalità sociale - ha detto Quarello - e questo per onorare le politiche di tagli indiscriminati messi in atto dal governo di Roma.
Indecente poi ripararsi dietro all'esenzione su base Isee: quei 5.500 euro di valore sono una foglia di fico con cui si cerca di coprire un elefante. Si tratta di un valore talmente basso che alla fine verrebbero esclusi dalla compartecipazione solo gli indigenti poverissimi, ammesso che ce ne siano. E' il frutto avvelenato del tremontismo".
Secondo il segretario del Pd Quarello questo non è altro che “il finto federalismo della Lega e di Tremonti. E Castello di Godego, viste le condizioni in cui si trovano le nostre amministrazioni locali, stremate dai tagli, è solo il primo tassello di un domino che presto vedrà i sindaci della destra e del Carroccio tagliare con il macete le prestazioni ai più bisognosi".
Aspre critiche anche da parte di Paolino Barbiero (nella foto), segretario generale della Cgil di Treviso e di altri funzionari del suo sindacato, Bernini (Fp Cgil) e Improta (Spi) "La scelta operata dall'amministrazione comunale di Castello di Godego è solo il primo di una lunga lista di casi futuri con cui misureremo, in maniera concreta, gli effetti nefasti sui cittadini dei tagli agli enti locali decisi dal governo" ha detto Paolino Barbiero che aggiunge che a suo parere si tratta di una "Scelta sbagliata nel merito e nel metodo una tassa in più fatta pagare ai cittadini maggiormente in difficoltà. Siamo al collasso del welfare e alla privatizzazione dell'assistenza"
. Dura anche la presa di posizione di Ivan Bernini, della segreteria provinciale della Funzione Pubblica Cgil, e di Italo Impronta, membro della segretarie provinciale dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil. "Il sindaco di Castello di Godego - hanno detto Bernini e Improta - alza una cortina fumogena sulla decisione della sua giunta, sostenendo che pagheranno solo i più ricchi.
Ma è una bugia: come criterio per definire i limiti tra chi sarà chiamato alla compartecipazione e chi no il Comune utilizza l'Isee, che è cosa ben diversa dal reddito, e fissa il valore a 5.500 euro. Altro che ricchi: con quei livelli di situazione economica equivalente pagheranno tutti, escludendo solo una porzione residuale e numericamente risibile, cioè solo gli indigenti.
Ma l'effetto di una compartecipazione al 50% della spesa sostenuta per erogare il servizio avrà effetti devastanti sui bilanci delle famiglie a basso reddito, che con un reddito da sopravvivenza sono comunque sopra al limite e che non vengono minimamente garantite". "Più coerente - hanno proseguito Bernini e Improta - sarebbe stato, prima di decidere l'applicazione di quella che è una vera e propria tassa, che il sindaco di Castello di Godego si fosse confrontato con le altre amministrazioni comunali e con l'Ulss responsabili dei piani di zona. In questo modo, invece, si creano disparità ingiuste fra cittadini della stessa area".