Attesa per il futuro di Prato della Fiera, Brollo: "Siamo a disposizione dell'amministrazione”
E' in attesa l’associazione “Prato in Fiera” per conoscere l’evoluzione del concorso di idee per la riqualificazione del prato
| Gloria Girardini |
TREVISO- E' in attesa l’associazione “Prato in Fiera” per conoscere l’evoluzione del concorso di idee per la progettazione e la riqualificazione del prato del quartiere di Treviso. Ad annunciare un nuovo progetto a metà giugno la giunta comunale guidata dal sindaco Mario Conte che ha approvato la proposta dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori e Paesaggisti della Provincia di Treviso, per la co-organizzazione di un percorso tecnico ed amministrativo - denominato “Concorso di progettazione Prato della Fiera”. Una notizia che ha naturalmente suscitato l’interesse dell’associazione "Prato in Fiera” da anni impegnata sul fronte del ripristino dell’area parcheggio a zona verde.
“Siamo a disposizione dell’amministrazione-ha dichiarato il presidente Dario Brollo-al momento non siamo ancora stati contatti. Ci auguriamo che il concorso sia all’altezza e abbiamo sicuramente qualcosa da dire. E’ importante coinvolgere i cittadini e le associazioni del terzo settore per la buona riuscita del piano”. Il Prato della Fiera è da più di un millennio una grande piazza della città, da più di 800 anni ospita la grande fiera autunnale di S. Luca. Da bene pubblico, in epoca napoleonica e asburgica, è stato privatizzato fino alla seconda guerra mondiale, per poi nel 1958 tornare ad essere proprietà del Comune che ne ha assunto la gestione. “Fino a metà anni '80 è stato un vero e proprio prato, in cui avevano luogo fiere del bestiame e grandi eventi pubblici-hanno dichiarato i componenti del gruppo di tutela-Poi una "riqualificazione" ne ha asportato terra ed erba, sostituendola con ghiaino e asfalto, ma qualcosa è rimasto”. “Accettiamo che lo spazio per questioni organizzative rimanga temporaneamente un parcheggio-ha concluso il presidente Brollo- per permettere un ritorno al suo antico splendore. Se non saremo coinvolti nel progetto faremo comunque sentire la nostra voce”.