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28 novembre 2024

Treviso

Prato della Fiera, un concorso internazionale per farlo rivivere

L’iniziativa dell'ordine degli Architetti con il comune di Treviso

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

prato della fiera

TREVISO – Quale futuro per Prato della fiera? L’ordine degli Architetti sta pianificando, con il comune di Treviso, un concorso di progettazione di respiro internazionale che aiuti a uscire dallo stallo in cui si trova il Prato e che, nel massimo rispetto della sua natura e storia millenaria, lo faccia rivivere come vuoto e come centro di una comunità ampia.

Questa la novità emersa dal primo laboratorio organizzato dall’associazione Prato in Fiera «Per fare un prato (ci vogliono le persone)», tenutosi lo scorso 23 giugno, che ha fatto emergere l’inestimabile valore del Prato della Fiera, quale luogo di aggregazione sociale, inclusivo e polivalente. Giorgio Volpe, esperto di processi partecipativi e di tematiche sociosanitarie, ha guidato e moderato il dialogo aperto a cui hanno preso parte cittadini e residenti, insieme al direttore dei Servizi Sociali e Sociosanitari dell’Ulss2, Roberto Rigoli, e l’architetto Marco Pagani, presidente dell’Ordine degli Architetti di Treviso e rappresentanti della parrocchia di Fiera. Il confronto pubblico è riuscito ad esplorare la complessità del rapporto che esiste tra persone e Prato della Fiera.

Il dottor Rigoli ha raccontato di come l’asilo vecchio che sta sul Prato diventerà, non prima di 3 anni, una delle due case della comunità della città di Treviso, progetto previsto dal Pnrr. “Per noi - ha spiegato Dario Brollo, presidente dell’associazione Prato in Fiera - accanto ad una casa della comunità dovrebbe trovare spazio, per la prevenzione e il ritorno ad una dimensione di vita meno stressata, un prato della comunità, centro di vita delle persone e delle associazioni”. L’associazione Prato in Fiera ha ricordato la dimensione naturale del posto e la sua necessaria valorizzazione per la fruizione di uno spazio verde, naturale, ampio, aperto a tutti.

Al termine del dialogo, sono emerse diverse idee e proposte per il futuro del Prato della Fiera. “Un elemento, è emerso con più forza rispetto agli altri, ovvero la necessità che quanto sarà progettato per il Prato della Fiera sia frutto di un percorso partecipativo inclusivo e rispettoso delle diverse realtà che vivono, usano abitano il Prato. Il Prato è uno spazio pubblico, aperto, vuoto ed accogliente e sono queste le caratteristiche che esso porta con sé, da più di mille anni di storia”. Il laboratorio si è concluso con la proiezione di un documentario realizzato nel 2000 per denunciare la decisione dell’allora amministrazione Gentilini di trasformare il Prato della Fiera in un enorme parcheggio, poi mai realizzato ma che ha dato il via ad un’uso informale e violento del Prato da parte delle auto. Il prossimo appuntamento è per il 14 luglio.

 


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Isabella Loschi

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