Badanti, nella Marca una su due potrebbe essere irregolare
L'allarme della Cisl Treviso Belluno: “È necessario istituire un registro delle badanti"
| Isabella Loschi |
TREVISO - Una badante su due, nelle province di Treviso e Belluno, potrebbe essere irregolare. È uno dei dati emersi nel corso della seconda giornata del seminario residenziale sul sistema dell’assistenza agli anziani e la non autosufficienza organizzato dalla Cisl Fnp Belluno Treviso a Peschiera del Garda. In provincia di Treviso nel 2023 i lavoratori e lavoratrici domestici regolari erano 10.055 di cui 43% e 57% badanti, per il 92,3% di sesso femminile, per il 70,9% stranieri e per il 49,2% tra i 55 e i 64 anni. Da segnalare l’aumento dell’età delle collaboratrici rispetto al 2019 (+12% la fascia 55-64 a Belluno, +20% a Treviso), in coerenza con il progressivo invecchiamento della popolazione, così come - solo per la Marca trevigiana - l’aumento (+2%) della quota di italiane che si avvicinano al lavoro domestico.
Il tasso di irregolarità nel lavoro domestico è, però, secondo l’Osservatorio dell’Inps, pari al 51,8%: la percentuale più alta fra i diversi settori che compongono il mondo del lavoro. Considerando il numero dei lavoratori relativo al 2023 e adottando l’ipotesi che il tasso di irregolarità rimanga costante tra il 2021 (ultimo dato disponibile) e i 2023, emerge dunque che accanto ai 2.127 colf e badanti regolari del bellunese ce ne potrebbero essere altri 2.286 irregolari; e altri 10.806 irregolari nella Marca trevigiana. In sostanza, per ogni colf e/o badante regolare ce ne sarebbe una che lavora in nero. La stima sull’irregolarità del lavoro domestico a livello europeo indica una percentuale tra il 30 e il 50%.
“È inutile continuare a chiudere gli occhi e a far finta che il problema non esista - ha dichiarato Franco Marcuzzo, segretario generale della Cisl Fnp Belluno Treviso - quello dell’assistenza domestica e privata è un settore a forte presenza di lavoro irregolare e sommerso. Le famiglie si trovano spesso a operare in situazioni di emergenza e sono lasciate sole nel districarsi nel sistema badanti, che al momento è l’unico che permette di mantenere a casa l’anziano e garantirgli assistenza. Purtroppo la politica è sorda rispetto al problema, le famiglie sono lasciate in balia di se stesse, si devono arrangiare su tutto. È importante che tutti prendano coscienza del problema”.
I Pensionati Cisl di Belluno e Treviso rivendicano lo stanziamento di tutte le risorse necessarie per sostenere efficacemente le famiglie e garantire la cura e un’assistenza domiciliare dignitosa e qualificata agli anziani, così come la formazione e professionalizzazione necessaria a operatori, caregiver e assistenti familiari.
“È necessario istituire un registro delle badanti - ha sottolineato ancora Marcuzzo -, un elenco di persone formate per il lavoro di cura attraverso corsi e certificazioni che diano garanzie alle famiglie e ai loro anziani, che facciano sentire gli anziani seguiti e non abbandonati, perché se oggi non è semplice trovare personale disposto ad occuparsi di anziani, disabili e non autosufficienti, lo è ancora meno trovare badanti qualificate. Si potrebbero prevedere dei contributi ai cittadini che scelgono le assistenti dal registro delle badanti, creando una convenienza alle famiglie che assumono regolarmente”.
“L’invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’aspettativa di vita - ha spiegato Francesco Orrù, segretario generale Cisl Belluno Treviso - richiedono una riflessione approfondita sul sistema di assistenza. La salute riguarda le persone e per questo è fondamentale rafforzare gli investimenti nei servizi socio-sanitari e nell’assistenza alla non autosufficienza, così da dare risposte efficaci sia alle esigenze economiche delle famiglie che alla necessità di potenziare le strutture che si occupano della cura e dell’assistenza degli anziani. La Cisl, a livello territoriale, sta promuovendo la creazione di un dipartimento dedicato al settore socio-sanitario, con l’obiettivo di affrontare in modo sistemico tutte le criticità del sistema sanitario e assistenziale”. “Da parte delle famiglie - ha aggiunto Patrizia Manca, segretaria generale della Fisascat Cisl Belluno Treviso, intervenuta al seminario - c’è il timore di spendere di più mettendo in regola l’assistente, manca poi la conoscenza del contratto e a volte sono le stesse lavoratrici ad essere titubanti. Non si comprende che mettere in regola la badante significa avere maggiori garanzie su diritti e doveri per entrambe le parti”.
Ma quanto costa mettere in regola l’assistente domiciliare? Una badante con contratto di 54 ore, convivente, che si occupa anche dell’assistenza, ha una retribuzione lorda di 1.127 euro, quindi percepisce circa 1.000 euro al mese di stipendio, mentre alla famiglia costa attorno ai 1.400 euro.
Iscriviti alla Newsletter di OggiTreviso. E' Gratis
Ogni mattina le notizie dalla tua città, dalla regione, dall'Italia e dal mondo